La nuova Digitalizzazione - L’evento si fa phygital, prove tecniche verso Expo Dubai

Abu Dhabi - Ai tempi del “new normal”, la parola d’ordine è hybrid o phygital, vale a dire ibrido, al tempo stesso fisico e digitale. Ma è di buon auspicio il fatto che, proprio quando viene pubblicato questo articolo, qui a Dubai, sia in corso l’Arabian Travel Market, prima fiera in presenza, nel settore dell’aviazione civile, viaggi e turismo, da inizio pandemia. Un’occasione non solo per piangere sul tanto latte versato (con perdite, solo nel 2020, di oltre 118 miliardi di dollari, secondo dati Iata), ma utile anche per immaginare i viaggi del prossimo futuro: dall'assicurazione Covid, ai passaporti vaccinali, dai test ai confini ad una riconfigurazione degli spazi a bordo. Senza contare la revisione, anche questa già in corso, delle rotte di volo.

Gli Emirati Arabi rappresentano un mercato importante per l’Italia. Ospitano circa 800 società italiane e secondo infoMercatiEsteri della Farnesina nel 2020 figurano al primo posto nella graduatoria dei paesi dell’area Mena in cui esportiamo, per un valore di quasi quattro miliardi di euro, pari circa al 16% dell’esportazione italiana nell’area. L’Italia, inoltre, sale dall’undicesimo al nono posto in assoluto tra i fornitori degli EAU e resta al secondo posto tra gli Stati membri dell’UE dopo la Germania, con una quota di mercato del 2,7% (segue la Francia con il 2,2%).

Qui, forse più che altrove, il 2021 costituisce un anno cruciale. Non solo per il Gold Jubilee, i cinquant’anni dalla nascita del paese grazie all’opera diplomatica dello sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan, adorato padre della patria. Quanto piuttosto per Expo Dubai 2020, prima Esposizione Universale in un paese arabo e in epoca di pandemia. Un’impresa da far tremare i polsi, che però non scoraggia le ambizioni di chi, dai Patti di Abramo, all’invio della prima sonda verso Marte in appena sei anni dalla costruzione dell’Agenzia Spaziale Nazionale, sembra davvero pronto a raccogliere ogni sfida.

Ph Amir Hanna - Unsplash

“Gli Emirati hanno mostrato una grande efficacia nella gestione della pandemia (collocandosi ai primi posti a livello globale per numero di test effettuati in rapporto alla popolazione e per i progressi nella campagna di vaccinazione, con oltre il 70% dei residenti che ha ricevuto almeno una dose del siero)” ha dichiarato l’ambasciatore italiano ad Abu Dhabi, Nicola Lener. 

Qui, infatti, sono stati approvati i vaccini Sinopharm, Pfizer-BioNTech, Sputnik e Oxford-AstraZeneca. Da marzo scorso il paese produce il vaccino con la cinese Sinopharm Cnbge e, quale hub logistico chiave tra Oriente, Occidente e Africa, collabora con l’OMS alla distribuzione vaccinale, tramite i colossi del trasporto marittimo DP World e di quello aereo Emirates SkyCargo

“Una straordinaria capacità di resilienza ha consentito la ripresa in sicurezza di tutte le attività economiche fin dall’estate 2020. È anche in considerazione di questi risultati che l’Italia ha previsto nei giorni scorsi l’estensione agli Emirati (oltre che a Giappone e Canada) del protocollo dei voli “Covid tested” già sperimentato con successo con gli USA” ha concluso Lener.

In effetti da inizio anno il paese ha rimesso in moto la macchina degli eventi. A febbraio ad Abu Dhabi, si sono svolte in modalità ibrida Idex e Navdex, rispettivamente la maggiore fiera della difesa e della sicurezza marittima del Medio oriente. In sole cinque giornate sono arrivati oltre 62 mila visitatori. Grazie a speciali protocolli e corridoi aerei, con la sola esibizione di test negativi, sono stati scongiurati braccialetto elettronico e quarantena obbligatori in tutti gli altri casi. Con modalità analoghe, a Dubai si è svolto il Gulfood 2021, con 2500 imprese provenienti da 85 paesi. E più recentemente sono ripartite anche le competizioni sportive, come l’Uae Tour, unica gara mondiale di ciclismo che si svolge nel Medio oriente. 

Naturalmente gli standard sanitari stabiliti dall’OMS rimarranno in vigore ancora a lungo. È anche vero però che, grazie al supporto di media, social media e piattaforme professionali di contatto, è già stato possibile offrire al visitatore in remoto un’inedita esperienza immersiva che ha evidenziato nuove potenzialità. A partire dalla semplice iscrizione virtuale all’evento, infatti, la nuova spinta alla profilazione e alla personalizzazione elettronica, apre la strada alla grande prateria dei big data, informazioni di cruciale importanza anche dopo la chiusura ufficiale dei cancelli. 

Ph Nick Fewings - Unsplash

Insomma, è ancora presto per capire quale sarà il “next normal”. Il Global Exhibition Barometer di gennaio 2021 (prodotto dalla Global Association of the Exhibition Industry UFI) descrive, infatti, un’atmosfera generalmen-te nostalgica, secondo cui il 64% delle aziende, rispetto al 57% di 6 mesi prima, ritiene che “COVID-19 confermi il valore degli eventi faccia a faccia” e auspica una rapida ripresa del settore. Intanto, però, a livello mondiale il nuovo corso ha già preso forma. Se ha fatto notizia la resilienza della 128th China Import and Export Fair (Canton Fair), che nell’ottobre 2020, si è tenuta esclusivamente online, lascia pensare, però, l’idea che il prossimo 7 giugno, in un settore completamente diverso, il London Book Fair sarà ancora un appuntamento completamente virtuale, con una serie di workshop ed eventi flagship distribuiti nelle settimane successive. Una scelta di prudenza da parte degli organizzatori che comunque dimostra la volontà di mettere a profitto sia la grande flessibilità che l’engagement cross-border, potenzialmente illimitato, offerti dal web per nuovi eventi sempre più “diffusi”.

È di fronte a scenari come questi che l’Agenzia Ice ha lanciato il nuovo servizio Fiere Smart 365, che non solo replica in remoto le classiche interazioni tra domanda ed offerta, ma promuove anche incontri B2C (Business to Consumer) e B2B (Business to Business) ai quali possono accompagnarsi, sessioni plenarie, pitchings e tavoli settoriali. E in una terra come gli Emirati, in cui tutto appare ancora possibile nonostante Covid (Uber testerà addirittura macchine volanti durante Expo), a Dubai è stata costituita quest’anno la prima free-zone nell’area MENA completamente dedicata all’e-commerce.  

Ph Michael Robinson - Unsplash

In un paese che vanta uno tra i più alti tassi di digitalizzazione al mondo, Dubai Commercity (composto da tre cluster: business, logistica e social) intende capitalizzare il boom esponenziale dell’e-commerce che si prevede “raggiungerà i 148,5 miliardi di dollari entro il 2022 nelle regioni del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia meridionale”, ha detto alla stampa locale lo sceicco Ahmed Bin Saeed Al Maktoum, presidente del Dubai Airport Free-zone Authority (DAFZA). E se l’e-commerce, a livello globale, tra il 2019 e il 2022, è stimato in crescita del 16,6% all’anno, nella regione MENASA dovrebbe rag-giungere il 18,4%. 

“Ad Expo Dubai 2020 sono attesi oltre 25 milioni di visitatori, non tutti in presenza, molti saranno anche collegati online” ha precisato il Commissario Expo Paolo Glisenti nel giorno della presentazione della copia del David di Michelangelo a Dubai. E l’intero paese, il più aperto sul piano culturale nell’area del Golfo, “è già pronto ad ospitare il mondo”, ha detto lo sceicco Mohammed Bin Rashid, primo ministro e ruler di Dubai. 

In queste ore arriva la notizia che tra app e tamponi, mercoledì sarà possibile aprire al 20% il Mapei Stadium di Reggio Emilia per la finale di Coppa Italia. Mentre in Estremo oriente, a dieci settimane dalle Olimpiadi di Tokyo, l’aumento nazionale dei contagi ancora non dà sollievo a un’atmosfera che si preannuncia austera per la probabile assenza di spettatori. Expo è forse l’archetipo di tutti i grandi eventi globali di epoca moderna. Durerà sei mesi, sarà un’enorme vetrina per gli oltre 190 paesi partecipanti e un formidabile biglietto da visita a cui gli Emirati non hanno voluto rinunciare. E che la presenza sia fisica, digital o phygital, c’è da scommettere che, comunque, sarà un successo.

 
 
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