La storia di Giovanni Maria De Lisi e del suo sogno che dalla sede di Milano parte per conquistare l’Europa sui binari dell’economia circolare.
Mentre scrivo questo articolo torno a Roma da Milano a bordo di un treno. La scelta del mezzo non è casuale: è più veloce dell’automobile (ma anche dell’aereo calcolando gli spostamenti da/per l’aeroporto), molto più ecosostenibile e, per me, pratico. Mi sembra quindi il luogo ideale per raccontarvi una storia. No, non una favola, sebbene contenga un bellissimo lieto fine, ma una storia di Impresa, con la “I” volutamente maiuscola come Italia, come Innovazione e Internazionale. Questo racconto nasce in Sicilia, arriva a Milano per partire poi alla conquista dell’Europa e del mondo. A scriverlo è Giovanni Maria De Lisi, giovane imprenditore di 33 anni che, in pochissimi anni, ha dato il via a una impresa di traverse ferroviarie (la parte del binario su cui poggiano le rotaie) uniche. La loro particolarità? Essere prodotte con un rivestimento realizzato con gomma degli pneumatici fuori uso e plastica dalla raccolta differenziata, riciclando così due rifiuti tra i più diffusi.
Ho incontrato Giovanni nel PoliHub di Milano, l’incubatore d’impresa del Politecnico che da qualche anno accoglie la sede di Greenrail che oggi conta 16 dipendenti e che attraverso i progetti di ricerca ha impiegato anche fino a 40 ricercatori in contemporanea. La prima domanda non poteva che essere scoprire da cosa fosse nata l’idea. “Avevo l’ambizione di voler portare sul mercato un prodotto industriale dirompente” mi spiega De Lisi, che ha avuto l’intuizione mentre lavorava - durante gli studi della facoltà di Giurisprudenza - come operaio sulle linee ferroviarie. “Era il 2011 e mi era già chiaro che oggi non puoi pensare di realizzare un nuovo prodotto industriale che non sia anche ecofriendly, oltre che economicamente sostenibile per il mercato”. E già dalla determinazione e convinzione che trasmette attraverso lo sguardo mentre parla, capisco come questa sia una di quelle storie di cui vuoi sapere davvero tutto.
Tutti gli ingredienti del successo di Greenrail
L’obiettivo era quindi chiaro: realizzare un prodotto a minor impatto ambientale che fosse competitivo anche dal punto di vista economico. La vera sfida diventava trovare un materiale più ecosostenibile del calcestruzzo.
Sono partiti dal verificare se esistessero traverse realizzate in materiale riciclato considerato che, ad oggi, il 90% degli esemplari utilizzati sono prodotti con calcestruzzo e solo un residuo 10% in legno. La scelta doveva ricadere su un’opzione che fosse elastomerica e termoplastica con tutte le caratteristiche funzionali degli attuali standard utilizzati. Da lì è nata l’idea.
Ogni km di linea composto con traverse Greenrail può permettere, infatti, di recuperare più di 35 tonnellate di PFU e altrettante di plastica proveniente da rifiuto urbano. Peraltro, non tutte le plastiche da rifiuto urbano hanno la stessa facilità di riciclo, tant’è che vengono reimmesse sul mercato a prezzi diversi. La tecnologia delle eco-traverse è tale, invece, per cui possono essere utilizzate anche quelle tipologie di plastiche che spesso “nessuno vuole” perché più complesse da riciclare. Un altro enorme vantaggio è quello della diminuzione dell’inquinamento acustico: l’utilizzo delle Greenrail comporta, infatti, una riduzione della rumorosità e delle vibrazioni di circa il 40%.
La progettazione ha quindi richiesto una seconda fase: la ricerca. Greenrail ha investito 4,5 milioni di euro in ricerca e sviluppo, in Spagna, e, ovviamente, in Italia con le collaborazioni con il Politecnico di Milano e l’Istituto italiano di Tecnologia, il consorzio Ecopneus e altri partner industriali che in questi anni hanno seguito l’iter di progettazione, sviluppo e ingresso nel mercato.
Ricerca che ha dato i suoi frutti… ne son nate traverse per tutte le esigenze. Se integrato poi da pannelli solari, un km di linea si potrebbe trasformare in un campo fotovoltaico da 150 kw/ora. Inoltre, insieme alla società spagnola Indra, è stato realizzato uno studio di fattibilità per sviluppare un modello innovativo di traversa in grado di raccogliere, elaborare e inviare ai centri di controllo del traffico ferroviario, in tempo reale, dati sulla situazione dei binari e dei treni. Tutto ciò potrà aprire le porte a nuove funzionalità di manutenzione predittiva, con risparmi sui costi di installazione e di energia e sul miglioramento della sicurezza.
A questo punto della storia chi è abituato solo alle cattive news, probabilmente potrà esclamare: “chissà però quanto costano”… La risposta è una buona notizia: i conti sembrano proprio tornare. A fronte di un maggior costo iniziale calcolato tra il 15 e il 20%, ci specifica De Lisi, vi è una forte riduzione dei costi di manutenzione calcolati nel 50% in meno, rendendo quindi le Greenrail davvero competitive.