Un’impresa, nel suo significato corrente di azione gloriosa (può risultare altrimenti ardua, rischiosa o impegnativa), è già dantesca; nell’ultimo canto del Paradiso l’impresa, che risente qui del fr. emprise ‘atto eroico’ (sec. XII), è quella degli Argonauti: con la loro nave furono i primi ad affrontare il mare, provocando lo stupore del dio Nettuno («Un punto solo m’è maggior letargo / che venticinque secoli a la ’mpresa / che fé Nettuno ammirar l’ombra d’Argo», XXXIII, vv. 94-96). Ma un’impresa, nell’italiano odierno, è anche un’attività economica (commerciale, industriale, finanziaria) o l’azienda che la svolge, oppure, in campo araldico, una divisa in cui un motto si sposa a un’immagine per rappresentare simbolicamente un’azione da intraprendere o un comportamento da seguire. Anche in questo caso l’Italia è debitrice della Francia, sebbene le imprese fossero già note ai Greci e ai Latini: al tempo della discesa in Italia dell’esercito di Luigi XII (1499) il costume di abbellire abiti, drappi, bandiere, copricapi alla maniera delle francesi devises godette di larga fortuna tra i letterati della penisola.
Lavoro dunque servo
Se consideriamo l’ultimo significato della parola impresa, che nel matrimonio fra un’immagine e un motto vede dunque proiettata l’idea di un intendimento o un proposito (anche questo significato di impresa è dantesco: «E qual è quei che disvuol ciò che volle / e per novi pensier cangia proposta, / sì che dal cominciar tutto si tolle, / tal mi fec’io ’n quella oscura costa, / perché, pensando, consumai la ’mpresa / che fu nel cominciar cotanto tosta, Inf. II, vv. 37-42), un’impresa che si ponesse al servizio di un paese potrebbe essere figurata dal lavoro e scolpita dalla frase Labor servit. Grazie all’ambiguità di quel servit il lavoro arriva a servire due volte, per scopi diversi: serve a produrre reddito, ricchezza, benessere e una quantità di altre cose; si mette al servizio di chi quel lavoro lo impartisce o lo esegue con cura, impegno o attenzione, e spesso fatica (laborioso dice proprio questo, e d’altronde il latino labor era sinonimo, oltreché di lavoro, di sforzo o fastidio, pena o tormento).
C’è servizio e servizio
È curioso pensare che una parola bella e impegnativa come servizio possa essere discesa dal latino servitium (derivato di servus), sinonimo di servilismo o, peggio, di servitù, schiavitù o asservimento. Tutti significati che l’italiano non ha in ogni caso ereditato dall’antica lingua di Roma, di cui ha invece accolto il valore di ‘sottomissione’ o ‘subordinazione”: servizio, fra Medioevo e Rinascimento, si trova spesso adoperato a indicare il rapporto di soggezione, subalternità o dipendenza (di uomini d’arme, dignitari di corte, cancellieri o altri funzionari) da feudatari, principi o signori.