In ambito mobilità nel loro insieme le città evidenziano un forte interesse per la modalità «sharing» (specialmente su due ruote, con un +49% dell’offerta di biciclette in sharing tra il 2017 e il 2019) ed elettrica (+29% le colonnine di ricarica delle auto elettriche nello stesso periodo).
Nel dettaglio, in questa edizione Milano emerge per il servizio di car sharing, che con 2.224 auto per milione di abitanti rimane il più sviluppato (lasciando a distanza Stoccarda con 1.715 auto per milione di abitanti) e si rivela il più resiliente (al contrario che a Lione, dove il servizio era cresciuto da 619 auto nel 2017 a 1.382 nel 2018, ma dove non tutti gli operatori hanno mantenuto il mercato, lasciando così solo 592 auto nel 2019). Sempre in ambito sharing mobility a Milano cresce il servizio BikeMi a 3.551 bici per milione di abitanti nel 2019 (da 3.440 nel 2018). I maggiori investitori in questo campo rimangono però Lione (7.896 bici per milione di abitanti) e Monaco (6.895 bici per milione di abitanti, ancora in aumento da 4.826 nel 2018 e 1.399 nel 2017).
In tema di mobilità elettrica a Milano raddoppia la diffusione di postazioni di ricarica (1 al kmq, da 0,5 nel 2018 e nel 2017), ma vi sono ancora passi da compiere rispetto alle altre città. Ulteriori investimenti per l’elettrico sono attesi a Milano, spinti soprattutto dalla sharing mobility. Per decisione del Comune dal 1° gennaio 2020 lo scooter sharing potrà essere solo elettrico, e lo stesso dal 1° gennaio 2024 per il car sharing (mentre oggi le auto elettriche sono solo il 23% del totale flotta a disposizione).
Infine, per quanto riguarda energia e ambiente, rispetto all’ultima edizione si rilevano alcuni miglioramenti per il capoluogo lombardo. A fronte di una quantità di rifiuti pro capite ancora superiore a tutti i benchmark (0,50 tonnellate all’anno), come ricordato nel capitolo «Smart citizen e vivibilità della città», Milano progressivamente incrementa la propria capacità di riciclo, con una quota di raccolta differenziata che sale a 55,6% nel 2018 (da 53,8% nel 2017 e 52,0% nel 2016) e si avvicina sempre più a quella di Monaco (70,6%). Inoltre, pur rimanendo fanalino di coda per quanto riguarda le aree verdi (32 mq per abitante contro valori tra 95 e 366 mq per abitante nelle città di confronto), come analizzato altrove* Milano appare in cerca di un equilibrio finalizzato alla ripresa di «naturalità»: se Milano ha sperimentato nel recente passato un processo di sempre maggiore consumo di suolo, sia per i luoghi dell’abitare sia per gli spazi produttivi ma soprattutto per le infrastrutture di mobilità, al contempo si sono ridotte, seppur lievemente, le aree inutilizzate, degradate, marginali e quelle agricole, mentre sono aumentate le aree boscate.