Livello 1. Infrastrutture e reti

speciale: Quanto è smart Milano?

LE PRINCIPALI EVIDENZE

Nel «Livello 1 - Infrastrutture e reti» si ritrovano le leve abilitanti della smart city, raggruppate in questa sede in quattro ambiti principali: telecomunicazioni (TLC), mobilità, energia e ambiente.

Partendo dalle reti di telecomunicazione, Milano già nella scorsa edizione risultava aver completato la copertura broadband e ultra-broadband (entrambe a 100% nel 2018 a confronto con rispettivamente 99% e 95% nel 2017). In questa edizione viene raggiunta da Lione (e le altre città sono comunque in dirittura di arrivo con quote superiori al 90%). In parallelo, a Milano diminuisce il numero di hotspot pubblici (3.016 abitanti serviti per hotspot nel 2019, rispetto a 2.079 nel 2018 e 2.901 nel 2017). 

L’anno di riferimento per Barcellona è il 2017.

È opportuno sottolineare che in ciò Milano segue una logica di razionalizzazione dell’offerta, al pari delle altre città analizzate tranne Barcellona, che sale così prima in classifica per capillarità dell’offerta wi-fi pubblica (1 hotspot ogni 2.565 abitanti, da 1 ogni 2.527 nel 2017). Un’ulteriore considerazione necessaria è che i dati riflettono almeno in parte modelli di connettività wi-fi differenti. Rispetto a città come Milano e Barcellona dove si investe prevalentemente in una rete pubblica (e infatti gli hotspot pubblici sono un numero rilevante), altre città preferiscono “mettere a sistema” reti pubbliche e private: Monaco per esempio fornisce la mappatura integrata degli hotspot pubblici e di quelli privati di negozi e bar, contenendo in tal modo l’offerta di hotspot comunali (appena 1 ogni 61 mila abitanti).

In ambito reti di telecomunicazione, novità di questa edizione è l’analisi dello stato dell’arte delle sperimentazioni 5G, la tecnologia abilitante le maggiori piattaforme della digital transformation - Big Data, IoT e Blockchain prime su tutte. Secondo il DESI 2019 l’Italia è seconda in Ue dopo la Finlandia per readiness al 5G, davanti a Germania (terza), Francia (quinta) e Spagna (ottava). A livello urbano, non sorprende dunque trovare elevata readiness a Milano, dove è stata già lanciata la commercializzazione dei servizi su rete 5G da più di un operatore di mercato. Anche Barcellona e Monaco sono ben posizionate. A Lione sono invece ancora in corso test privati di sperimentazione. Stoccarda invece è ferma.

In ambito mobilità nel loro insieme le città evidenziano un forte interesse per la modalità «sharing» (specialmente su due ruote, con un +49% dell’offerta di biciclette in sharing tra il 2017 e il 2019) ed elettrica (+29% le colonnine di ricarica delle auto elettriche nello stesso periodo). 

Nel dettaglio, in questa edizione Milano emerge per il servizio di car sharing, che con 2.224 auto per milione di abitanti rimane il più sviluppato (lasciando a distanza Stoccarda con 1.715 auto per milione di abitanti) e si rivela il più resiliente (al contrario che a Lione, dove il servizio era cresciuto da 619 auto nel 2017 a 1.382 nel 2018, ma dove non tutti gli operatori hanno mantenuto il mercato, lasciando così solo 592 auto nel 2019). Sempre in ambito sharing mobility a Milano cresce il servizio BikeMi a 3.551 bici per milione di abitanti nel 2019 (da 3.440 nel 2018). I maggiori investitori in questo campo rimangono però Lione (7.896 bici per milione di abitanti) e Monaco (6.895 bici per milione di abitanti, ancora in aumento da 4.826 nel 2018 e 1.399 nel 2017). 

In tema di mobilità elettrica a Milano raddoppia la diffusione di postazioni di ricarica (1 al kmq, da 0,5 nel 2018 e nel 2017), ma vi sono ancora passi da compiere rispetto alle altre città. Ulteriori investimenti per l’elettrico sono attesi a Milano, spinti soprattutto dalla sharing mobility. Per decisione del Comune dal 1° gennaio 2020 lo scooter sharing potrà essere solo elettrico, e lo stesso dal 1° gennaio 2024 per il car sharing (mentre oggi le auto elettriche sono solo il 23% del totale flotta a disposizione). 

Infine, per quanto riguarda energia e ambiente, rispetto all’ultima edizione si rilevano alcuni miglioramenti per il capoluogo lombardo. A fronte di una quantità di rifiuti pro capite ancora superiore a tutti i benchmark (0,50 tonnellate all’anno), come ricordato nel capitolo «Smart citizen e vivibilità della città», Milano progressivamente incrementa la propria capacità di riciclo, con una quota di raccolta differenziata che sale a 55,6% nel 2018 (da 53,8% nel 2017 e 52,0% nel 2016) e si avvicina sempre più a quella di Monaco (70,6%). Inoltre, pur rimanendo fanalino di coda per quanto riguarda le aree verdi (32 mq per abitante contro valori tra 95 e 366 mq per abitante nelle città di confronto), come analizzato altrove* Milano appare in cerca di un equilibrio finalizzato alla ripresa di «naturalità»: se Milano ha sperimentato nel recente passato un processo di sempre maggiore consumo di suolo, sia per i luoghi dell’abitare sia per gli spazi produttivi ma soprattutto per le infrastrutture di mobilità, al contempo si sono ridotte, seppur lievemente, le aree inutilizzate, degradate, marginali e quelle agricole, mentre sono aumentate le aree boscate.  

*si veda Assolombarda e Comune di Milano, Osservatorio Milano (https://osservatoriomilanoscoreboard.it/)

 
 
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