Inclusione digitale, capitale umano, creatività. Le leve per competere

di Agostino Santoni, Amministratore Delegato Cisco Italia

30 giugno 2020

Non c’è dubbio che negli ultimi mesi il mondo abbia affrontato grandi difficoltà, con l’improvvisa scomparsa di una “normalità” che non sembrava possibile mettere in discussione in modo così profondo. La pandemia ha causato sofferenze, contrazione economica, una profonda crisi che resterà con noi per lungo tempo e che ha messo in luce in modo impietoso le contraddizioni del nostro sistema, le sue diseguaglianze e conflitti. 

Scenari che richiedono una profonda riflessione e l’impegno da parte di ognuno di noi – individui, comunità, istituzioni, aziende – a riesaminare il proprio ruolo, la propria capacità di generare valore e i propri obiettivi.

"Dietro alla pandemia ci sono le altre sfide che daranno forma al nostro futuro: quella del cambiamento climatico e dell’impatto delle attività umane in generale sull’ambiente, che rompe gli equilibri degli ecosistemi naturali; le sfide dell’urbanizzazione e dello sviluppo economico e umano; la debolezza che hanno rivelato avere infrastrutture, servizi, sistemi che credevamo più resilienti"

Recentemente il nostro CEO Chuck Robbins ha spiegato come l’azienda abbia accelerato, negli ultimi mesi, un percorso di trasformazione iniziato da diversi anni, incentrato sull’impegno a sviluppare e rendere disponibili le tecnologie capaci di fare della Rete lo strumento incredibile che è oggi: ha cambiato il modo di vivere, lavorare, comunicare di miliardi di persone e che ha dato il suo meglio in questi ultimi mesi di emergenza supportando l’enorme aumento nell’uso di servizi digitali, collaborazione online, didattica da remoto, e-commerce, telemedicina, e aiutando aziende, istituzioni e persone a reagire e a fare un salto – anche un po’ forzato – che le ha portate ad abbracciare in modo più deciso la digitalizzazione.

Cisco e l'impegno nel digitale
"Mai come oggi è emersa chiaramente la necessità di creare reti pronte al futuro, che può materializzarsi d’improvviso sotto la spinta di fenomeni nuovi. Da qui la necessità di metterlo alla portata di tutti, lavorando per eliminare le disparità di accesso alla rete e il digital divide culturale"

Ogni azienda deve rendersi conto che la “nuova normalità” è qui per restare ed è importante affrontarla insieme, in ottica di ecosistema. Vanno inoltre affrontati tutti quei punti dolenti che in questo nuovo scenario rappresentano un fardello che non ci possiamo più permettere di portare. In un mondo del lavoro che cambia, profondamente, a causa del digitale le competenze devono evolversi.

"Non possiamo più permetterci né l’esclusione economica, culturale e infrastrutturale dall’accesso alle reti e alle possibilità che offrono né di non sfruttare il potenziale delle persone, delle comunità, della trasformazione sociale che è possibile alimentare anche attraverso la tecnologia"

Non stiamo parlando di qualcosa di lontano e astratto, stiamo parlando di qualcosa di molto concreto. 

L’impegno di costruire un futuro digitalmente più inclusivo

Il lavoro da remoto in questi mesi è improvvisamente diventato centrale. È stato adottato per necessità dalle aziende ed è stato impiegato anche in contesti meno “ovvi” del mondo dei servizi, come ad esempio per il controllo da remoto di impianti e infrastrutture e per lavorare con clienti sparsi in tutto il mondo senza doverli raggiungere fisicamente. 

Per attivare scenari di “lavoro da remoto esteso” in modo così rapido servono reti che abbiano la capacità di reggere l’impatto di una quantità di traffico on line molto maggiore (+ 33% in Italia solo nella prima settimana di lockdown!). Sono necessarie reti che sappiamo offrire la fluidità e le caratteristiche utili a sfruttare con efficacia gli strumenti di comunicazione e collaborazione in video. Inoltre è importante poter accedere in modo efficace, scalabile e sicuro alle risorse in cloud, alle applicazioni e ai servizi – e sottolineo la parola sicuro, perché quanto più si amplia l’accesso alla rete tanto più si amplia la superficie di attacco. Covid-19 è diventato un cavallo di troia per sferrare una quantità enorme di attacchi insidiosi tramite malware, phishing, falsi dominii.  

Sono indispensabili, infine, competenze in grado di sviluppare infrastrutture e tecnologie e saperle usare in modo consapevole e produttivo. 

Cisco: l’impegno di costruire un futuro digitalmente più inclusivo

Possiamo dire, oggi, che a livello globale tutto questo è possibile? E in Italia? In ultima analisi, la risposta è no o per lo meno non ancora. 

Ecco perché se vogliamo uscire da questa crisi che stiamo attraversando migliori di quando ci siamo entrati e aumentare la capacità di resilienza del nostro sistema economico e della nostra società, dobbiamo assumerci l’impegno di supportare questo cambiamento, di realizzare questa potenzialità. 

Per noi che ci occupiamo in specifico di reti e tecnologie per comunicare, questo significa investire per diffondere le competenze digitali, per aiutare i clienti ad adottare strumenti innovativi e a collaborare con l’ecosistema dell’innovazione.

"Significa focalizzarci sullo sviluppo di tecnologie capaci di supportare il sistema sanitario, il sistema educativo, le comunità locali oltre ad abilitare l’accesso inclusivo a tutti quei servizi cloud, quelle piattaforme e applicazioni che si sono rivelate cruciali per affrontare la crisi innescata dalla pandemia"   

Questa stessa assunzione di responsabilità deve avvenire anche da parte delle istituzioni e da parte di tutto il mondo imprenditoriale: per uscire al meglio dalla crisi, come ci si auspica, è necessario che tutte le controparti adottino una visione collettiva nello sviluppo del loro business, puntino sulle competenze delle loro persone, si considerino cittadine di una comunità in cui il digitale diventi il motore per costruire un futuro più inclusivo e al contempo per avere un business più competitivo. 

Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Itala

Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia

È un’occasione che non possiamo perdere, perché le tecnologie digitali che abbiamo oggi a disposizione sono molto potenti e allo stesso tempo più accessibili e semplici. Il digitale offre alle aziende la possibilità di ripensare i propri processi e la propria operatività e ottenere più efficienza, produttività, risparmio di costi, fattori che consentono di realizzare pienamente e in tempi spesso più brevi che in passato, un ritorno rispetto all’investimento.

Con il cloud abbiamo la possibilità di ottenere le soluzioni più evolute senza “importare” nell’azienda la complessità, acquisendole sotto forma di servizio, gestendole in modo scalabile rispetto alle esigenze e con minore necessità di risorse interne, tema prezioso soprattutto per le imprese di piccole e medie dimensioni. Con l’IOT abbiamo la possibilità di far “parlare” gli asset delle nostre imprese, di raccogliere dati e informazioni con cui alimentare i processi decisionali, di avere tecnologie di rete sempre più autonome e intelligenti, e intrinsecamente sicure, che ci consentono di gestire al meglio e di proteggere il mondo “iperconnesso” di cui oggi le imprese fanno parte, ovunque si trovino e qualunque sia il loro settore. 

Se c’è una cosa che questo momento di cambiamento ha mostrato, è che le imprese e le società che già avevano competenze appropriate e un maggiore livello tecnologico sono quelle che hanno avuto la possibilità di reagire prima e meglio.

"Se vogliamo che il nostro sistema economico e il sistema Paese recuperino e mantengano la competitività, dobbiamo fare leva su un digitale disponibile per tutti, senza esitazioni e moltiplicarne il valore grazie al nostro ricco capitale umano e alla nostra creatività"
 
 
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