Scelti per Voi - Il 5G: “The new Great Game”

21 luglio 2020

Gli anni Ottanta sono stati teatro della prima vera rivoluzione tecnologica: la prima rete Internet Mobile 1G che ha portato il telefono senza fili. Gli anni Novanta furono segnati da più banda, più velocità e dai primi messaggi, gli SMS di massimo 160 caratteri. Con il 2G nasceva un nuovo modo di comunicare. Gli anni 2000 furono quelli della terza generazione di reti mobili: con il 3G arrivò Internet sul telefonino, i primi smartphone, le e-mail sul cellulare, le videochiamate, Whatsapp. Il 2011 l’anno del 4G: la velocità della rete creò le condizioni per l’esplosione delle attuali comunicazioni mobili: l’alta definizione, l’Internet delle Cose (IoT), lo streaming, i pagamenti on-line, la nascita di tecnologie come i Bitcoin. 

Oggi ci troviamo davanti alla “quinta generazione”, la “5th Generation”, il 5G. Ma che cos’è? Come cambierà il nostro modo di vivere? E soprattutto: perché è un tema così controverso quando si parla delle relazioni tra i Paesi? 

In questo articolo della BBC viene spiegato in modo semplice e sintetico “What is 5G and what will it mean for you?”. La connessione 5G, infatti, è una nuova rivoluzione tecnologica e culturale, essenziale per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, per la costruzione di smart city, per l’eHealth in medicina, per i droni-corrieri, per le auto a guida autonoma, per l’esplorazione dello spazio, per i soccorsi in caso di calamità e di pandemie, per tutto ciò che è possibile connettere. È un’ infrastruttura estremamente complessa, con migliaia di fornitori e definita da software molto sofisticati dove non c’è un centro, un cuore del sistema da monitorare, ma, al contrario, ci sono infiniti angoli e altrettanti codici potenziali da decifrare. 

Ma perché allora il 5G fa così discutere? Perché, ad oggi, il Paese leader mondiale per la nuova tecnologia di connessione Internet mobile 5G è la Cina e più precisamente l’azienda cinese che sviluppa, produce e commercializza apparecchiature per le telecomunicazioni e la fornitura di servizi di rete: la tech giant Huawei, fondata nel 1987 dall’attuale presidente Ren Zhengfei a Shenzen, nella regione del Guangdong. 

Il 5G: the new Great Game

I malumori, in particolare in America, iniziano a emergere quando una legge cinese del 2017 permette al governo di ordinare a società con sede nel Paese di utilizzare le loro infrastrutture anche per fini di intelligence. 

Il 1° dicembre 2018 “Lady Huawei”, CFO dell’azienda e figlia del fondatore e presidente Ren Zhengfei, viene arrestata in Canada. L’accusa? Furto di segreti commerciali all’azienda americana Tlc T - Mobile e di frode bancaria per la violazione delle sanzioni contro l'Iran, cospirazione e ostruzione giudiziaria

Così ha inizio una sorta di nuova “Guerra Fredda” tra Stati Uniti e Cina, dove la tecnologia è al centro di un "Great Game" tra le due potenze. Più che ridurre il deficit commerciale bilaterale, l'attenzione delle politiche commerciali e di investimento degli Stati Uniti si è rivolta alla tecnologia. Con il report “A New Great Game: China, the U.S. and Technology”, il China Senior Analyst Group di S&P Global approfondisce ciò che è realmente in gioco per la Cina in questa lotta con gli Stati Uniti per il commercio e gli investimenti. Partendo dallo scenario geo-strategico, si concentra poi su ciò che questo scontro potrebbe significare per le catene di fornitura di tecnologia, spesso alla base della crescita e dello sviluppo di tutte le economie.

Anche se negli ultimi due anni, l’amministrazione Trump ha raddoppiato gli sforzi per contrastare la diffusione di Huawei sul mercato globale del 5G, in questa intervista fatta dalla CNN, il fondatore del gigante cinese Ren Zhengfei è certo che la sua azienda possa ancora diventare il marchio di smartphone più importante al mondo, anche se rimane tagliata fuori dal software e dalle applicazioni di Google: “abbiamo piena capacità e massima determinazione a diventare la prima compagnia al mondo di smartphone”. Secondo Bloomberg “China Is Winning the Trillion-Dollar 5G War”. Il governo cinese, infatti, sta costruendo decine di migliaia di stazioni base 5G ogni settimana con l’obiettivo di arrivare a 5milioni. Huawei ha investito oltre 20 miliardi di dollari in questa nuova tecnologia. In questo modo, davanti a qualsiasi ostacolo – Covid19 è stato un esempio - le catene di fornitura interne cinesi permettono all’intero Paese di mantenere la propria posizione di “fabbrica” del mondo.  

Il 5G: the new Great Game

La Cina sta vincendo questa partita poiché ha quasi il doppio dei supercomputer e circa 15 volte più stazioni base 5G dispiegate rispetto agli Stati Uniti. In questa riflessione sul New York Times di Eric Schmidt, ex CEO di Google e attuale Presidente della National Security Commission on Artificial Intelligence e del Defense Innovation Board, “Silicon Valley Could Lose to China. We can’t win the technology wars without the federal government’s help”, nel 2030 l’Occidente sarà in competizione con un paese, la Cina, che ha un'economia più grande, più investimenti in R&S, una migliore ricerca, una più ampia diffusione delle nuove tecnologie e una più forte infrastruttura informatica. La soluzione è una: i governi devono tornare in gioco in modo serio, è necessario sviluppare importanti partnership pubblico-privato.

Anche Stefania Tucci nell’articolo “Occidente-Cina, una sfida tecnologica ma anche culturale”, su Formiche.net sostiene che a “questa battaglia sulla supremazia digitale, i Paesi occidentali dovrebbero rispondere con maggiori investimenti in tecnologia e brevetti, coordinandoli tra di loro con finalità condivise. Inoltre, di fronte ad un Paese di circa 1 miliardo e 400 milioni di persone, monolitico, con una leadership forte, non soggetta ai frequenti appuntamenti elettorali che caratterizzano le democrazie occidentali, la risposta per una corretta competizione non può essere lasciata ai singoli Paesi, ma dovrebbe essere elaborata una strategia europea di accordi e collaborazione dal punto di vista economico ma ferma nell’evitare una colonizzazione politica.”

Tuttavia, una strategia europea od “occidentale” sembra oggi ancora difficile da immaginare. Recentissima è la decisione del governo inglese di Boris Johnson che prevede che, a partire dal 1° gennaio 2021, Huawei sia esclusa dalla realizzazione della rete 5G britannica, imponendo la rimozione di tutte le apparecchiature dell'azienda cinese dalle infrastrutture di telecomunicazione del paese entro il 2027. 
Gli altri paesi europei, invece, sono divisi secondo quanto riporta il The Guardian
Se Parigi ha annunciato che non metterà al bando Huawei ma si limiterà a incoraggiare l’utilizzo di altri operatori e tecnologie, al contrario, come Politico Europe ricorda “le accuse secondo cui Huawei rappresenterebbe un rischio per la sicurezza sono cadute nel vuoto nella cancelleria tedesca di Berlino”

Il 5G: the new Great Game

E l’Italia? “Huawei, pressing di Trump: dopo Londra ora è il turno di Roma” dice Formiche.net che riporta l’incontro di lunedì 14 luglio tra il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Robert O’Brien, e l’ambasciatore Pietro Benassi, consigliere diplomatico del premier Giuseppe Conte. Tra i temi sul tavolo: il futuro del 5G e il rapporto dell’Italia con Huawei. 
Secondo Repubblica: “Ufficialmente Roma non ha deciso da che parte stare ma sta di fatto attuando una presa di distanze soft”. 

Infine, in questo lungo articolo, Calder Walton (Harvard Kennedy School) è certo che “China Will Use Huawei to Spy Because So Would You”.  Nel corso della storia, infatti, i Paesi - Stati Uniti e Gran Bretagna in primis -  hanno trovato il modo di intercettare e leggere le comunicazioni private degli avversari: dalle lettere postali aperte, alle intercettazioni di telegrammi, alle comunicazioni telefoniche. Oggi, semplicemente, ci troviamo nell’era di Internet e quindi siamo passati dallo spionaggio e sabotaggio nel mondo fisico al cyberspazio. Con lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione, si sviluppano anche i corrispondenti metodi di intercettazione. Secondo Walton, la vera portata della minaccia rappresentata dall'hardware 5G Huawei diventa chiara se consideriamo come potrebbe essere combinato con miliardi di dispositivi, sensori e gadget abilitati a Internet nelle case, negli uffici e nelle infrastrutture, la maggior parte dei quali non sono sicuri e i cui proprietari potrebbero non sapere che sono collegati in rete. I governi britannico e statunitense dovrebbero conoscere dalla loro storia il valore degli accordi segreti con le società di comunicazione, e la manipolazione dei loro hardware, per raccogliere informazioni. Non c'è ragione per cui Pechino non possa trovare un valore simile attraverso Huawei.

 
 
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