L’indagine annuale di Assolombarda Confindustria Milano, Lodi, Monza e Brianza sul grado di apertura internazionale del polo accademico lombardo è giunta alla nona edizione e coinvolge i 13 atenei che costituiscono il sistema universitario regionale. Di questi, ben 8 hanno sede a Milano (Humanitas University, IULM, Politecnico di Milano, Università Bocconi, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Milano Bicocca, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università Vita-Salute San Raffaele) a cui si affianca, per heritage culturale-internazionale e rilievo storico, l’Università degli Studi di Pavia. I restanti 4 atenei che arricchiscono il tessuto accademico lombardo si trovano a Brescia (Università degli Studi di Brescia), Bergamo (Università degli Studi di Bergamo), Varese-Como (Università dell’Insubria) e Castellanza (Università Carlo Cattaneo LIUC).

Il processo di apertura internazionale degli atenei lombardi può essere misurato mediante il ricorso a diversi indicatori. Il primo elemento considerato è il numero di studenti internazionali, intesi come studenti iscritti nelle università italiane, di cittadinanza non italiana e che hanno conseguito il diploma all’estero (mentre sono considerati studenti stranieri tutti quelli che hanno cittadinanza non italiana, indipendentemente da dove hanno conseguito il diploma). Secondo le informazioni raccolte nella nona edizione dell’indagine, nell’a.a. 2017-2018 risultano iscritti negli atenei lombardi 14.518 studenti internazionali, in forte aumento (+13%) rispetto all’anno precedente. Nell’analisi sono compresi sia gli studenti che frequentano i corsi di laurea (13.059), sia quelli iscritti ai corsi post laurea (1.459). Su un totale complessivo di 280 mila iscritti degli atenei lombardi, gli studenti internazionali rappresentano il 5,2%, con una crescita di 0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente (l’incidenza nel 2014-2015 era il 4,5%).

L’indagine consente di tracciare un breve profilo degli studenti internazionali che scelgono gli atenei lombardi per il proprio percorso universitario. Negli anni si confermano due tendenze di fondo: da un lato un sostanziale bilanciamento per genere; dall’altro lato, una maggiore propensione degli studenti internazionali nello scegliere percorsi STEM e Arts rispetto alla media degli universitari lombardi. In merito a quest’ultimo aspetto la quota di studenti internazionali nei corsi di laurea STEM è pari al 52,4% (rispetto al 40% medio lombardo) mentre in quelli Arts è il 6,2% rispetto alla media regionale dell’1,4%. Quest’ultimo dato mette in evidenza la specializzazione del tessuto lombardo nei campi dell’arte e del design e conferma la reputazione internazionale del capoluogo milanese, capace di attrarre giovani talenti dall’estero. Per quanto riguarda il paese di provenienza, tra gli studenti internazionali 4 su 10 sono di origine europea (41%) e altrettanti di origine asiatica (39%): tra i primi tre paesi di provenienza emergono la Cina (2.120 iscritti, il 15% sul totale studenti internazionali), la Turchia (1.138 iscritti, l’8%) e l’India (1.075 studenti, il 7%).

Un secondo elemento che delinea il carattere internazionale degli atenei lombardi è il numero di studenti coinvolti nei programmi di mobilità, in entrata e in uscita: il riferimento è ai giovani che, pur essendo iscritti in un ateneo nel proprio paese, scelgono di valorizzare il percorso formativo universitario trascorrendo un periodo di tempo presso un’altra università all’estero. Nell’a.a. 2017-2018 sono 19.101 gli studenti che hanno partecipato ai programmi di mobilità in entrata e in uscita, anche in questo caso un dato in crescita significativa: + 7,2% rispetto al precedente anno accademico. In dettaglio, 11.682 studenti italiani hanno trascorso un periodo formativo in atenei all’estero (+8,8% rispetto al 2016-2017), mentre le università lombarde hanno ospitato 7.419 studenti stranieri (+4,7% rispetto al 2016-2017). Il programma di mobilità Erasmus si conferma lo strumento scelto più frequentemente dagli studenti stranieri in entrata, come già evidenziato nelle edizioni precedenti dell’indagine.

Un terzo elemento è dato dal numero di accordi internazionali tra atenei, pari a 4.770 per l’a.a. 2017-2018. Il dato si mostra in controtendenza rispetto a quelli fin qui commentati; la riduzione del numero di accordi internazionali risulta essere la conseguenza del processo di semplificazione amministrativa che alcune università hanno avviato già negli anni precedenti.

L’apertura internazionale degli atenei lombardi è, infine, ben delineata dal numero di corsi a carattere internazionale: 694 in Italia, di cui 129 negli atenei lombardi (86 in quelli milanesi). La loro incidenza sull’offerta formativa complessiva delle università lombarde è infatti superiore alla media nazionale (21% negli atenei lombardi e milanesi rispetto al 15% a livello italiano), soprattutto se si considerano i corsi erogati in lingua inglese: 398 in Italia (9% del totale corsi), 99 a livello lombardo (16%) e 75 a Milano (18%).