Milano si è ormai lasciata alle spalle la crisi economica, registrando nell’ultimo quinquennio (2018 vs 2014) un PIL cresciuto del +9,7%: il doppio del +4,6% italiano. A queste performance economiche associa un buon livello di attrattività, competitività, reputazione ma per porsi come esempio per la crescita dell’intero Paese deve costruire uno sviluppo inclusivo e sostenibile che coniughi la dimensione ambientale ed economica con quella sociale.

È la fotografia che emerge dall’Osservatorio Milano 2019, il rapporto realizzato dai principali centri di ricerca del territorio, coordinati dal Centro Studi di Assolombarda, che costruisce una base numerica conoscitiva a tutto tondo della città e misura l’attrattività e la competitività di Milano nel confronto globale. L’analisi si basa su 224 indicatori volti a rilevare la capacità di Milano di inserirsi sulla scena mondiale attraverso il raggiungimento di 8 obiettivi trasversali e abilitanti per le città, misurati in termini di intensità dell’azione e di risultati (accessibilità – capitale umano qualificato - città smart - dinamiche sociali ed equità – innovazione e startup - PA e cittadini - sviluppo urbano e green – tempo libero). Oltre a identificare le cinque vocazioni di Milano nelle filiere e nelle specializzazioni settoriali riconosciute a livello internazionale e a elevato potenziale di crescita, quali le scienze della vita, l’agroalimentare, la manifattura 4.0, la finanza e l’arte, cultura e design

Parallelamente all'analisi numerica sono state create, da Centro Studi PIM e Carlo Ratti Associati, 9 mappe inedite di Milano per approfondire e visualizzare la geografia di alcuni fenomeni e delle vocazioni produttive che stanno contribuendo allo sviluppo della città.

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