La sostenibilità entra nei bilanci. È ora disponibile il primo corso interamente dedicato ai crediti di carbonio rivolto a commercialisti, revisori contabili e consulenti d’impresa, grazie al finanziamento di Regione Lombardia e all’organizzazione di Eurast Srl. Un percorso formativo di 40 ore, pensato per fornire ai professionisti gli strumenti necessari a supportare le aziende clienti nella gestione strategica dei crediti volontari di carbonio (VCM). «Oggi le imprese chiedono ai loro commercialisti non solo competenze fiscali, ma anche una guida concreta per accedere alle opportunità della transizione ecologica», spiega l’ing. Luca Rastello, direttore tecnico di Eurast. «Chi saprà integrare i crediti di carbonio nei bilanci e nei processi di certificazione ambientale avrà un forte vantaggio competitivo». Una competenza chiave per certificare la sostenibilità… o monetizzarla. Il corso risponde a due scenari strategici che stanno diventando realtà: Le aziende che non raggiungono gli obiettivi di riduzione delle emissioni possono compensarle acquistando crediti di carbonio certificati. Le aziende sostenibili, invece, possono generare e cedere crediti volontari, trasformando il proprio impegno ambientale in un beneficio economico. In entrambi i casi, il commercialista gioca un ruolo cruciale nel: verificare l’impatto ambientale ed economico delle operazioni ESG; accompagnare le aziende nei processi di certificazione; integrare i crediti nel bilancio aziendale; ottimizzare fiscalmente le scelte sostenibili. Il programma. Dieci moduli da 4 ore, con docenze altamente qualificate, esercitazioni e case study reali. I temi affrontati includono: i mercati ETS e VCM, la tassonomia UE e il meccanismo CBAM, la progettazione certificata di progetti di riduzione emissioni, monitoraggio e verifica delle emissioni per garantire la trasparenza Scope 1, 2 e 3, il contesto normativo italiano e le opportunità per le imprese lombarde.
La sostenibilità integrale e l'innovazione come motori di sviluppo e driver della competitivita' di piccole e medie imprese rimangono al centro del percorso Road to Social Change. Per l'edizione 2025 il percorso si rinnova, ponendo il focus su alcune delle filiere produttive piu' significative del nostro Paese: meccanica, food, turismo, fashion, arredo e design. "Investire in formazione, in particolare sui temi della sostenibilita' edell'innovazione, significa contribuire in modo concreto alla costruzione di un futuro piu' solido, equo e inclusivo. Con Road to Social Change 2025, confermiamo il nostro impegno nel formare professionisti specializzati, offrendo loro strumenti concreti per affrontare le sfide della transizione.
L'obiettivo e' sostenere la crescita dei territori, rafforzando competitivita' e attenzione alla dimensione sociale, cosi' da generare valore reale per le nostre comunita'", ha dichiarato Annalisa Areni, Head of Client Strategies di UniCredit Italia. Le filiere produttive svolgono un ruolo decisivo nel trainare l'economia del Paese e nel contribuire al suo Pil. Per questo, adottare la prospettiva della Sostenibilita' Integrale all'interno di esse significa far crescere la competitivita' delle filiere e orientare i comportamenti degli attori verso modelli innovativi, efficienti, integrati, piu' responsabili ed etici.
L'ambizione del percorso e' creare un mindset imprenditoriale che punta legare intenzionalmente la strategia di sostenibilita' alla competitivita' di impresa e territorio.
L’Italia entra ufficialmente nell’Alleanza Nucleare europea, segnando una svolta nella politica energetica nazionale. L’annuncio è stato dato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin al Consiglio Energia di Lussemburgo, dopo anni in cui il nostro Paese aveva mantenuto solo lo status di osservatore. Questa decisione arriva in risposta alle recenti crisi energetiche e alla necessità di garantire sicurezza, autonomia e decarbonizzazione al sistema energetico nazionale.
Dopo i referendum del 1987 e del 2011 che avevano sancito la chiusura delle centrali nucleari italiane, il governo ha riaperto il dibattito sul nucleare, puntando sulle tecnologie più innovative come i piccoli reattori modulari (SMR). Questi impianti, più sicuri e flessibili rispetto alle centrali tradizionali, sono al centro del nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC).
L’Alleanza Nucleare, lanciata nel 2023 su iniziativa della Francia, riunisce i Paesi europei che vedono nell’atomo un pilastro della strategia climatica per il 2050. Oltre all’Italia, ne fanno parte Francia, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia. L’obiettivo comune è rafforzare la cooperazione tecnologica e finanziaria, sviluppare una filiera industriale europea e ridurre la dipendenza energetica dall’estero.
Per l’industria italiana si aprono nuove opportunità: accesso a finanziamenti, partecipazione a progetti di ricerca e sviluppo, rafforzamento della competitività della filiera nazionale. Tuttavia, permangono sfide significative come la gestione delle scorie radioattive — oltre 35 mila metri cubi sono già stoccati in Italia — e la necessità di ottenere il consenso sociale per evitare nuovi stop referendari.
Con l’ingresso nell’Alleanza, l’Italia si posiziona come protagonista della transizione energetica europea, riconoscendo il nucleare come pilastro strategico accanto alle fonti rinnovabili. Una scelta che punta a garantire sicurezza, sostenibilità e competitività al sistema energetico e industriale nazionale.
L’ascesa dell’intelligenza artificiale (AI) sta trasformando il mondo digitale, ma impone una sfida cruciale: alimentare i data center che ne sono il cuore con energia affidabile, continua e a basse emissioni. In questo scenario, Meta – la casa madre di Facebook, Instagram e WhatsApp – ha scelto il nucleare come soluzione strategica per sostenere la crescita dei suoi servizi AI, segnando un punto di svolta per tutto il settore tech.
L’accordo Meta–Constellation: energia nucleare per i data center
Nel giugno 2025 Meta ha siglato un accordo ventennale con Constellation Energy per acquistare circa 600 MW di energia dalla centrale nucleare Clinton, in Illinois. Questo impianto, con una capacità totale di 1.121 MW, era a rischio chiusura ma, grazie all’investimento di Meta, resterà operativo almeno fino al 2047. L’energia prodotta alimenterà i data center statunitensi del gruppo, garantendo elettricità stabile e a zero emissioni dirette di CO₂.
L’accordo rappresenta una risposta concreta all’aumento esponenziale dei consumi elettrici legati all’AI: secondo le stime, la domanda dei data center potrebbe raddoppiare entro il 2030, trainata da applicazioni come l’AI generativa e il machine learning. Meta, che già nel 2024 aveva visto crescere del 34% i consumi dei suoi data center, punta così a coniugare crescita digitale e sostenibilità.
Perché il nucleare per l’AI?
Il nucleare offre tre vantaggi chiave per alimentare l’AI:
Continuità: fornisce energia 24/7, fondamentale per data center che non possono subire interruzioni.
Basse emissioni: consente di ridurre l’impronta carbonica rispetto alle fonti fossili.
Scalabilità: può sostenere la crescita futura dell’infrastruttura digitale, anche grazie a tecnologie come i piccoli reattori modulari (SMR).
Questa scelta si inserisce in una tendenza globale: anche altri giganti tech come Google e Microsoft stanno esplorando partnership con operatori nucleari per alimentare i loro poli AI, puntando a una transizione energetica che sia davvero sostenibile.
Opportunità e sfide
L’investimento di Meta garantisce non solo energia pulita e affidabile, ma anche la salvaguardia di posti di lavoro e investimenti nell’industria nucleare locale. Tuttavia, restano alcune criticità: i tempi e i costi per nuovi impianti sono elevati, la gestione delle scorie e l’accettazione sociale richiedono attenzione, e la capacità nucleare dovrà crescere rapidamente per tenere il passo con la domanda AI.
Conclusioni
La scelta di Meta di puntare sul nucleare per alimentare l’AI rappresenta un modello per tutto il settore digitale: solo fonti stabili e a basse emissioni possono sostenere la rivoluzione tecnologica in corso. L’alleanza tra nucleare e AI potrebbe diventare la chiave per una crescita digitale davvero sostenibile, offrendo nuove prospettive per l’industria energetica e per la transizione verso un futuro a zero emissioni.
FEDERLEGNOARREDO PRESENTA IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ 2024
Formazione, progetti europei, norme e circolarità: così il legno-arredo investe nella green economy
In occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, FederlegnoArredo presenta il Bilancio di Sostenibilità 2024, riaffermando il proprio impegno concreto nella transizione ecologica della filiera legno-arredo.
Dalla formazione al fine vita dei prodotti, passando per la circolarità dei materiali e l’adeguamento normativo, il documento raccoglie dati, progetti e azioni concrete che testimoniano un impegno strutturato e condiviso, sia all’interno dell’organizzazione che in favore delle aziende associate.
980 ore di formazione erogate ai dipendenti, 8 progetti europei attivi, 45 webinar gratuiti per gli associati: sono solo alcuni dati significativi di un percorso volontario che mette la sostenibilità economica, sociale e ambientale al centro.
“La sostenibilità, per FederlegnoArredo e per le aziende che rappresenta, non è una moda né un obbligo, ma una visione di lungo periodo che si concretizza nel quotidiano, grazie soprattutto a un’azione sistemica della filiera legno-arredo, leader sui temi dell’economia circolare e promotrice di uno sviluppo economico che si fonda sul rispetto dell’ecosistema e del capitale umano – dichiara il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin (FOTO) - Il Bilancio di Sostenibilità 2024 non è soltanto una fotografia di ciò che abbiamo fatto, ma vuol essere anche una bussola per orientare le scelte future”.
NORMATIVE EUROPEE E SUPPORTO ALLE IMPRESE
Il 2024 è stato un anno cruciale per l’avanzamento della transizione ecologica nella filiera del legno-arredo, un anno che, in alcuni casi, ha visto il proliferare di norme e regolamenti così impattanti sul settore da diventare un ostacolo e rappresentare un problema di competitività.
Il supporto alle imprese nell’interpretazione delle normative rappresenta infatti uno dei fronti strategici su cui FederlegnoArredo è impegnata.
Nel 2024, la Federazione ha intensificato il presidio sulle normative europee, supportando le imprese nell’implementazione del nuovo Regolamento sull’ecodesign (ESPR), strumento destinato a incidere in profondità sul ciclo di vita dei prodotti. Accanto a questo, il lavoro si è concentrato anche sulla normativa imballaggi e sul Regolamento UE contro la deforestazione, tutti elementi centrali per la competitività del comparto. A beneficio delle aziende associate, FederlegnoArredo ha predisposto linee guida operative, tavoli di confronto e un’azione costante di rappresentanza a Bruxelles, collaborando con le istituzioni per garantire un’applicazione delle norme che sia efficace, proporzionata e coerente con le specificità della filiera.
Un altro passo decisivo nel 2024 è stato l’avvio della creazione di un Consorzio per la Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per l’arredo. Una scelta strategica che anticipa possibili obblighi normativi e rappresenta una svolta nella gestione del fine vita dei prodotti, promuovendo modelli di riuso, filiere del riciclo e nuove opportunità di business. Il Consorzio ha sottoscritto nel 2025 un accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente, per analizzare i flussi e la composizione dei rifiuti del comparto.
CASE HISTORY E TESTIMONIANZE
Per rendere tangibile l’impatto dell’azione federativa, il Bilancio di Sostenibilità presenta una selezione di aziende associate che hanno intrapreso percorsi virtuosi in ambito ambientale, sociale e organizzativo, anche grazie al supporto di FederlegnoArredo. Un patrimonio di esperienze che dimostra come la sostenibilità possa essere non solo un valore, ma anche un fattore competitivo.
“Ci auguriamo che queste pagine siano in grado di restituire il senso del lavoro svolto in un anno particolarmente complesso per la nostra filiera, un anno in cui, accanto alle sfide quotidiane del fare impresa, abbiamo continuato a porre al centro la sostenibilità come leva di sviluppo, innovazione e competitività per il settore - conclude Feltrin - Il dialogo con gli stakeholder, il presidio normativo, la formazione delle nuove generazioni, la promozione del Made in Italy e la transizione ecologica sono le direttrici su cui continueremo a lavorare, forti di una visione condivisa”.
Per approfondire i contenuti del Bilancio di Sostenibilità 2024 è possibile consultare il documento completo sul sito di FederlegnoArredo.
Il Giro-E 2025, sponsorizzato da Enel, ha attraversato l’Italia dal 13 maggio all’1 giugno, proponendo un’esperienza unica nel suo genere: un grande giro ciclistico su biciclette da corsa a pedalata assistita (e-bike), che unisce sport, sostenibilità e promozione della mobilità green. Con 18 tappe che da Ostuni hanno portato i partecipanti fino a Roma, per un totale di 1.098 chilometri e quasi 20 mila metri di dislivello, il Giro-E si conferma come il primo e unico grande giro al mondo dedicato alle e-road bike, un evento capace di coniugare passione sportiva e innovazione tecnologica.
Il Giro-E rappresenta una vetrina straordinaria per il ciclismo elettrico, una disciplina in rapida crescita che sta trasformando il modo di vivere la bicicletta. Le e-bike utilizzate sono dotate di motori da 250W, con velocità limitata a 25 km/h, e consentono anche a ciclisti con preparazione media di affrontare percorsi impegnativi, come quelli tipici del Giro d’Italia, superando salite e distanze che altrimenti sarebbero riservate solo ai professionisti. Questa tecnologia rende il ciclismo accessibile a un pubblico più ampio, promuovendo uno stile di vita attivo e sostenibile.
Oltre alla competizione sportiva, il Giro-E si propone come piattaforma di sensibilizzazione sulla mobilità sostenibile e la transizione energetica. In tutte le città di partenza è stato allestito il “Green Fun Village”, un’area dedicata all’informazione, all’intrattenimento e alla promozione di temi come la mobilità dolce, l’efficienza energetica e la tutela ambientale. Qui il pubblico ha potuto conoscere da vicino le innovazioni tecnologiche, partecipare a eventi culturali e interagire con esperti e istituzioni impegnate nella transizione ecologica.
Enel, title sponsor dell’evento, ha accompagnato il Giro-E con stand informativi e iniziative volte a valorizzare i progetti di efficientamento energetico e produzione di energia pulita realizzati nei territori attraversati dalla corsa, come Gorizia, Pompei, Soave e Valdobbiadene. La presenza di Enel ha sottolineato il legame tra sport e sostenibilità, evidenziando come la mobilità elettrica e le energie rinnovabili siano strumenti fondamentali per un futuro a basse emissioni.
Il Giro-E non è solo una gara, ma un’esperienza collettiva che coinvolge ciclisti di diversi livelli, accompagnati da capitani di fama internazionale come Gianni Bugno, Claudio Chiappucci e Damiano Cunego, che hanno il ruolo di tutor e motivatori. Questa formula permette ai partecipanti di vivere un’esperienza unica, pedalando su strade chiuse al traffico e condividendo la passione per il ciclismo in un contesto di sicurezza e rispetto ambientale.
Le tappe si svolgono in gruppo compatto, con prove di regolarità e sprint esibizione, e gli arrivi sono celebrati sotto lo stesso arco e sullo stesso podio del Giro d’Italia professionistico, conferendo prestigio e visibilità all’evento.
Il successo del Giro-E riflette il crescente interesse verso il ciclismo elettrico come mezzo di trasporto urbano e ricreativo. Le e-bike rappresentano una soluzione efficace per ridurre l’uso dell’auto, diminuire le emissioni di CO2 e migliorare la qualità della vita nelle città. Grazie all’assistenza elettrica, è possibile coprire distanze maggiori e superare barriere come salite e venti contrari, rendendo la bici uno strumento accessibile a un pubblico più ampio, inclusi anziani e persone con limitazioni fisiche.
Inoltre, il ciclismo elettrico favorisce un turismo sostenibile, incentivando la scoperta del territorio in modo lento e rispettoso dell’ambiente, come dimostrano le tappe del Giro-E che attraversano alcune delle più belle regioni italiane.
L’edizione 2025 del Giro-E conferma come il connubio tra sport, tecnologia e sostenibilità possa creare eventi di grande impatto culturale e sociale. La mobilità elettrica, rappresentata dalle e-bike, è destinata a diventare sempre più centrale nelle strategie di mobilità urbana e nei programmi di decarbonizzazione.
Il Giro-E è quindi molto più di una gara: è un messaggio concreto di cambiamento, un invito a ripensare il nostro modo di muoverci e a scegliere soluzioni che rispettino il pianeta, promuovendo salute, benessere e innovazione.
In questo scenario, iniziative come il Giro-E, supportate da aziende come Enel, giocano un ruolo chiave nel diffondere la cultura della mobilità green e nel sostenere la transizione verso un futuro più sostenibile per tutti.
"Anche quest'anno, Arvedi AST pubblica il Bilancio di Sostenibilità, il quinto, per condividere con gli stakeholder le strategie che accompagnano l'azienda nella sua transizione ambientale. Il 2023 si è chiuso con l'avvio dell'iter per l'ottenimento della certificazione Responsible Steel, il programma mondiale di certificazione della sostenibilità per il settore siderurgico. Nel 2024 la certificazione è arrivata portando orgogliosamente Arvedi AST ad essere la prima azienda in Italia ad operare secondo questo standard. Obiettivo ambizioso e prestigioso, che rappresenta soltanto la tappa di un percorso: net zero al 2050. L'obiettivo è di anticiparlo il prima possibile, portando avanti con grande impegno il piano di decarbonizzazione, mantenendo la competitività. Sfogliando il report i dati 2023 lo dimostrano. In sintesi: - 7,2% le emissioni dirette di CO ; 2 l'acqua utilizzata viene riciclata per l'86%; il 90,1% del metallo prodotto è riciclato mentre ammontano a 1.280.000 t le emissioni di gas serra evitate. Inoltre a conferma di una forte attenzione ai principi ESG, sottolineiamo come il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro sia il primo dei valori in AST. Una cultura che in azienda coltiviamo ogni giorno e che ci consente di registrare un tasso di frequenza degli infortuni del 60% in meno rispetto alla media del settore siderurgico. L'obiettivo di Arvedi AST è la crescita: attraverso un piano di investimenti importanti, un miliardo di euro entro il 2030, e un ampliamento della gamma di produzione. A preoccuparci restano lo scenario globale e le ripercussioni sui costi, a partire dall'energia, il principale ostacolo per la nostra competitività. A questo si aggiungono altre problematiche, da discutere in sede europea, relative ad esempio al rottame: occorrono tavoli istituzionali a livello Ue che agiscano per limitare l'esportazione di rottame di acciaio inossidabile dall'Europa verso i Paesi terzi, poiché si tratta di una materia prima strategica, fondamentale per la decarbonizzazione del comparto. Altro tema, l'auspicio che venga rafforzato il meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio CBAM, Carbon Border Adjustment Mechanism, per difendere il mercato europeo dei prodotti piani di acciaio inossidabile dalla concorrenza asiatica. L'azienda, dal 2022 entrata nel gruppo Arvedi, è uno dei più importanti siti siderurgici europei a ciclo integrato nel settore inox. Il fatturato supera i 2 miliardi di euro, gli occupati sono oltre 2.200, con una produzione di un milione di tonnellatedi acciaio inossidabile. Una realtà con 140 anni di storia fatta di passione per l'acciaio d'eccellenza. Una passione che continuiamo a sviluppare con spirito d'innovazione e senso di responsabilità verso i dipendenti, la collettività e l'ambiente che ci circonda.
Questo documento completo, redatto in conformità con i riconosciuti Standard GRI, ribadisce il nostro impegno
per lo sviluppo sostenibile e mette in evidenza i risultati ottenuti nell’ambito ambientale, sociale
e di governance (ESG) nell’ultimo anno.
Il Report riflette il nostro impegno in tre aree chiave:
Attraverso pratiche aziendali sostenibili e fiducia nelle nostre capacità, crediamo di poter costruire ogni giorno un futuro migliore.
Il report, verificato da revisore indipendente KPMG, è la testimonianza concreta degli sforzi e dell’impegno costante di Agrati verso la sostenibilità.
Arriva Italia, società che gestisce il servizio di trasporto pubblico locale in Valle d’Aosta e nelle province di Torino, Brescia, Bergamo, Lecco e Cremona, oltre a effettuare collegamenti aeroportuali, servizi di noleggio, mobilità per grandi eventi e il servizio di trasporto per studenti con disabilità nel comune di Roma Capitale – prosegue il proprio percorso verso una gestione sempre più sostenibile, consolidando il proprio impegno con la pubblicazione del Bilancio di Sostenibilità 2023, per il secondo anno con la consulenza di Amapola Società Benefit.
Il Bilancio di Sostenibilità 2023 rappresenta la seconda edizione di reportistica di sostenibilità per Assolombarda, ed è stato redatto su base volontaria per mostrare il proprio impegno in ambito di sostenibilità nei confronti degli stakeholder interni ed esterni. Questo documento riflette l’impegno di Assolombarda nel perseguire pratiche aziendali responsabili ed evidenzia i progressi compiuti dall’Associazione nel corso dell’anno 2023, nonché le sfide incontrate lungo il percorso. In questo quadro, Assolombarda è attivamente impegnata a promuovere la sostenibilità in tutti i suoi aspetti per favorire lo sviluppo delle imprese e del territorio e diffondere una cultura ESG.
A dicembre 2024 l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) ha pubblicato uno standard volontario di rendicontazione della sostenibilità per le PMI non quotate (Voluntary reporting standard for SMEs - VSME).
L’iniziativa, pensata per semplificare e standardizzare la comunicazione delle performance di sostenibilità delle micro-PMI non quotate, ha l’obiettivo di ridurre l’onere delle imprese, consentendo loro di raccogliere e comunicare i dati in modo più semplice ed efficiente, rispondendo così alle crescenti richieste di trasparenza da parte di stakeholder, come investitori, banche e grandi aziende.
Lo standard (al momento solo in lingua inglese) è scaricabile nella sezione Contenuti Correlati di questa news. Maggiori informazioni sono presenti sul sito di EFRAG.
Lo Standard VSME si articola in due moduli:
Modulo Base, che offre un set essenziale di informazioni di sostenibilità per le PMI che iniziano il loro percorso di rendicontazione;
Modulo Avanzato, che consente alle PMI di fornire informazioni più dettagliate sulle loro pratiche di sostenibilità.
Conterrà principi di informativa su:
Fattori ambientali: energia ed emissioni di gas a effetto serra, risorse idriche, economia circolare, inquinamento e biodiversità;
Fattori sociali: salute e sicurezza, pari opportunità, condizioni di lavoro, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
Fattori di governance: la struttura della governance e le responsabilità in relazione alle questioni di sostenibilità, la composizione degli organi di amministrazione, la lotta contro la corruzione, lo stakeholder engagement.
Micro, piccole e medie imprese lombarde, che presentino progetti in forma di aggregazione formata da almeno 5 imprese rappresentanti la/le filiera/e alla data di presentazione della domanda. All’aggregazione potranno aderire anche soggetti diversi dal PMI (es. Grandi imprese, Midcap associazioni di categoria, società consortili, centri di ricerca, università), ma in tale ipotesi i partecipanti diversi dalle PMI non potranno essere in alcun modo beneficiari di contributi, pertanto, le spese che dovessero eventualmente sostenere non saranno ritenute ammissibili al contributo, ma saranno comunque considerate parte del progetto proposto e tenute in considerazione in sede di valutazione dello stesso.
Le domande di partecipazione potranno essere presentate attraverso la piattaforma Bandi e servizi Online dalle ore 10.00 del 3 dicembre 2024, fino alle ore 16.00 del 3 aprile 2025 e saranno selezionate tramite una procedura valutativa a graduatoria, secondo i criteri di valutazione definiti nel bando stesso.
Con uno stanziamento da fondi PNRR da euro 320 milioni, è previsto a breve il bando per il “Sostegno per l'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI” che prevede contributi a fondo perduto per programmi di investimento delle pmi, finalizzati all’autoproduzione di energia elettrica ricavata da impianti solari fotovoltaici o mini eolici, per l’autoconsumo immediato e per sistemi di accumulo/stoccaggio dell’energia.
L'agevolazione, non soggetta ai vincoli del de minimis, avrà le percentuali a fondo perduto seguenti:
30% per le medie imprese;
40% per le micro e piccole imprese;
30% per l’eventuale componente aggiuntiva di stoccaggio di energia elettrica dell’investimento;
50% per la diagnosi energetica ex-ante necessaria alla pianificazione degli interventi previsti dal decreto.
Sono ammesse le spese, non inferiori a 30 mila euro e non superiori a 1 milione di euro relative ad una sola unità produttiva dell'impresa proponente, per:
l’acquisto, l’installazione e la messa in esercizio di beni materiali nuovi strumentali, in particolare impianti solari fotovoltaici o mini eolici, sostenuti a partire dalla data di presentazione della domanda di agevolazione;
apparecchiature e tecnologie digitali strettamente funzionali all’operatività degli impianti;
sistemi di stoccaggio dell’energia prodotta, purché la componente di stoccaggio assorba almeno il 75% della sua energia dall'impianto solare o mini eolico.
diagnosi energetica ex ante necessaria alla pianificazione degli interventi.
Gli interventi devono essere completati entro 18 mesi dalla data del provvedimento di concessione.
La procedura sarà valutativa a graduatoria, non potrà quindi essere un click day. Chi utilizzerà questo incentivo non potrà cumularlo con altri incentivi pubblici, salvo eccezioni.
Con un futuro provvedimento direttoriale atteso a breve, saranno stabiliti modalità e termini di presentazione delle domande di agevolazione e gli schemi per la presentazione delle stesse.
La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto l’obbligo di sottoscrivere una polizza assicurativa contro le catastrofi naturali entro la fine del 2024. A dicembre è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il rinvio al 31 marzo 2025 dell'entrata in vigore dell'obbligatorietà, ma ad oggi manca ancora il Decreto Attuativo con le informazioni precise per le aziende e le compagnie assicurative. Quest'ultimo, che ha superato l'esame della Corte dei conti, sarà in inserito in Gazzetta Ufficiale entro la fine del mese di febbraio,per allineare i tempi entro i quali le compagnie assicurative devono essere pronte a sottoscrivere polizze catastrofali nel rispetto delle nuove regole.
Grazie all’assicurazione obbligatoria, le aziende dovrebbero essere supportate nella gestione dei danni derivanti da calamità naturali, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese, spesso meno assicurate. Tale obbligo dovrebbe promuovere anche una cultura di responsabilità finanziaria, incoraggiando le imprese a dotarsi di adeguate polizze per proteggere i propri asset.
In questo modo, l’obbligo assicurativo rafforza la resilienza del tessuto produttivo, spingendo le aziende a migliorare le proprie strutture e a prepararsi per fronteggiare rischi crescenti come alluvioni, frane e terremoti, in linea con i cambiamenti climatici.
La normativa prevede che dell'obbligo si tenga conto nell'assegnazione di contributi pubblici, sovvenzioni e agevolazioni, sfavorendo o addirittura escludendo quindi chi non ha sottoscritto la polizza CAT NAT anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali.
Quanto vale davvero uno stipendio? Oggi, la retribuzione non è più solo una questione di cifre: rappresenta opportunità, qualità della vita e impatto sociale. Il modo in cui un’azienda remunera il personale racconta molto dei suoi valori, delle sue strategie e della sua visione del futuro.
Fino a pochi anni fa, i sistemi retributivi si basavano quasi esclusivamente sullo stipendio fisso e su bonus legati alla performance economica. Attualmente, invece, diverse imprese stanno adottando modelli che tengono conto di tre aspetti fondamentali. Il primo è la sostenibilità economica, perché una politica retributiva deve essere sostenibile nel lungo periodo, evitando eccessi che possano compromettere la stabilità aziendale. Il secondo è la sostenibilità sociale, che significa garantire equità, inclusione e benessere per il personale. Il terzo è la sostenibilità ambientale, che spinge le aziende a ripensare i processi produttivi e le strategie operative per ridurre consumi ed emissioni.
In considerazione di tali aspetti, le imprese hanno iniziato a sperimentare nuovi modelli retributivi capaci di coniugare crescita aziendale e responsabilità sociale. Alcune, in particolare, hanno legato una parte dei bonus all'adozione di processi produttivi a minor impatto ambientale, come l'uso di fonti energetiche rinnovabili. Altre hanno introdotto benefit legati alla mobilità sostenibile, con contributi per chi utilizza mezzi pubblici o auto elettriche. Altre, ancora, hanno potenziato il welfare aziendale, che integra benefit non monetari come supporto alla genitorialità, percorsi di formazione e programmi di benessere psicofisico. Tali benefit sono apprezzati dai lavoratori e possono contribuire a ridurre il turnover e aumentare il senso di appartenenza all’azienda.
Un sistema retributivo sostenibile, per funzionare, deve essere misurabile. Gli indicatori classici di performance economica restano fondamentali, ma devono essere affiancati da strumenti in grado di valutare gli impatti qualitativi. Le strategie più efficaci prevedono l’adozione di indicatori ambientali, sociali e di benessere aziendale. In particolare, in ambito ambientale, vengono monitorati parametri come la riduzione delle emissioni di CO₂ e l’incremento dell’uso di materiali riciclati. Sul fronte sociale, si guarda alla riduzione del gender pay gap e all’aumento delle opportunità di carriera per i dipendenti. Il benessere aziendale viene spesso misurato attraverso survey interne e analisi dei tassi di engagement, per capire quanto i lavoratori si sentano valorizzati e motivati.
Guardando al futuro, le imprese che sapranno integrare criteri di sostenibilità economica, sociale e ambientale nei sistemi retributivi potranno rafforzare la propria competitività e attrattività sul mercato del lavoro. Un approccio sostenibile alla remunerazione è un’opportunità per migliorare l’efficienza, valorizzare le risorse interne e rispondere alle nuove aspettative del mercato. Un modello che, se ben calibrato, può generare valore per l’azienda e per il contesto in cui opera.
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