Milano scommette sul futuro e lo fa con un'alleanza senza precedenti tra pubblico e privato. Cinquantasei imprese, dalle micro alle grandi multinazionali, hanno risposto alla chiamata del Comune per unire le forze nella lotta ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria. L’Alleanza per l’Aria e il Clima, presentata ufficialmente a Palazzo Marino alla presenza del sindaco Giuseppe Sala e dell’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi, segna un passo concreto verso una città più sostenibile e resiliente.
Un impegno non è solo simbolico: le aziende, infatti, si impegnano in azioni concrete per ridurre le emissioni, promuovere l’economia circolare, migliorare l’efficienza energetica e sensibilizzare cittadini e dipendenti sulle tematiche ambientali. Un percorso sinergico tra imprese e istituzioni, che punta a trasformare Milano in un modello di innovazione ecologica a livello europeo.
Secondo l’assessora all’Ambiente e Verde Elena Grandi, la transizione ecologica non può essere delegata solo alle istituzioni, deve essere un impegno condiviso da tutta la città. Mentre per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, «l’avvio dell’anno pilota di attività dell'Alleanza per l’Aria e il Clima è motivo di orgoglio per tutte le realtà coinvolte: per le imprese che hanno deciso di mettersi in gioco adottando politiche in linea con il Piano Aria e Clima della città e soprattutto per l'Amministrazione comunale, che aggiunge un tassello importante nel percorso di transizione ecologica che la nostra città ha avviato da tempo».
Il progetto nasce da una fase di co-design che ha coinvolto un primo gruppo di imprese per la definizione delle linee guida. Ora, con il primo anno pilota, l’Alleanza entra nel vivo: le aziende partecipanti metteranno in pratica strategie innovative per ridurre il proprio impatto ambientale e, al contempo, scambiare conoscenze e buone pratiche in un contesto di collaborazione continua con l’Amministrazione comunale.
Il tavolo di lavoro dell’Alleanza non sarà solo un luogo di confronto, ma anche uno strumento per monitorare i progressi e misurare l’impatto delle azioni messe in campo. Un laboratorio dinamico, in continua evoluzione, che punta a consolidare e ampliare nel tempo il coinvolgimento delle imprese, rendendole parte attiva del cambiamento.
Un cantiere può dirsi sostenibile? Da oggi sì, grazie alla nuova prassi di riferimento, UNI/PdR 172 "Cantiere sostenibile per le opere infrastrutturali - Strategie, indicatori e buone pratiche", il primo standard che introduce un sistema di rating per misurare e premiare la sostenibilità delle nuove opere nelle fasi di progettazione e di cantierizzazione.
Questo standard colma un vuoto, rispondendo a due ordini di esigenze fortemente sentite dalle stazioni appaltanti: 1) Assicurare la sostenibilità delle grandi opere infrastrutturali sin dal loro concepimento 2) Disporre di un potente strumento di dialogo con le comunità locali e con i portatori di interesse sui territori. Il modello è stato sviluppato da AIS - Associazione Infrastrutture Sostenibili e UNI - Ente Italiano di Normazione con il contributo di oltre 100 esperti e una trentina di aziende, ed è stato oggetto di sperimentazione da parte di importanti stazioni appaltanti e società quali Italferr, SNAM e TELT. Italferr, ad esempio, ha finora applicato il modello di rating della sostenibilità del cantiere, richiamato nella PdR, a diversi progetti infrastrutturali sottoposti a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale).
In particolare, il modello è stato adottato relativamente ai Progetti di Fattibilità Tecnico Economica (PFTE) o ai Progetti Definitivi (PD) per diverse opere ferroviarie su tutto il territorio nazionale. Tra queste la Terni – Spoleto, la Andora – Finale in Liguria e le opere di connessione al Ponte sullo Stretto. La UNI/PdR 172 si basa sui 33 indicatori individuati da AIS che coprono l’intera vita del cantiere, dai primi stadi progettuali fino alla chiusura dei lavori, rispondendo a obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale quali: Contenimento delle emissioni: riducendo le emissioni di CO2 e altri inquinanti attraverso l’adozione di tecnologie verdi e pratiche di gestione efficienti; tutela dei profili naturali, storici e paesaggistici: minimizzando l’impatto su territori, biodiversità ed ecosistemi; promozione del riuso e del riciclo: promuovendo l’economia circolare attraverso il recupero e il riutilizzo dei materiali e limitando la produzione di rifiuti; Coinvolgimento degli stakeholder: favorendo il dialogo e l’ascolto delle istanze promosse dalle comunità coinvolte.
Grazie alla UNI/PdR 172, le stazioni appaltanti avranno finalmente uno strumento oggettivo di valutazione, da inserire nei capitolati di gara, relativamente ai principali indicatori di sostenibilità sia in fase di progettazione sia di costruzione. E – prevedendo una premialità per chi scelga di operare secondo la prassi – le stazioni appaltanti pubbliche potranno selezionare progettisti e imprese utilizzando come riferimento il nuovo sistema di rating e selezionando le imprese che adottino soluzioni innovative per la riduzione delle emissioni di CO₂, il riuso dei materiali, la gestione intelligente dei rifiuti e la protezione del territorio. «Questo non è solo l’avvio di un processo normativo volontario, ma un vero e proprio cambio di paradigma per il settore delle infrastrutture. Per la prima volta, i progetti potranno veder premiate performance di sostenibilità espresse nelle fasi di cantiere, secondo standard e criteri riconosciuti» ha affermato Lorenzo Orsenigo, Presidente di AIS. «Auspichiamo – aggiunge Orsenigo - che la UNI/PdR 172 possa essere un benchmark in sede di gara, riconoscendo la sostenibilità come fattore premiale. Vorremmo invitare le stazioni appaltanti a riconoscere e premiare i progetti che incarnano un approccio più responsabile e orientato alla creazione di valore per l’ambiente e la comunità».
Per il Presidente di UNI Giuseppe Rossi «La sostenibilità è uno dei temi più importanti per la normazione internazionale, e per UNI è prioritario sviluppare standard – anche nazionali, come la UNI/PdR 172 - che aiutino concretamente le organizzazioni a metterla in atto, gestirla, misurarla e migliorarla nelle sue tre dimensioni (ambientale, economica e sociale): infatti negli ultimi 5 anni mediamente sono stati circa il 22% del totale delle norme pubblicate. Per coerenza – e perché ci crediamo - inoltre, ci impegniamo nell’applicazione di questi standard anche all’interno dell’UNI stesso». «Oggi con questa prassi di riferimento sarà possibile verificare con maggiore facilità la sostenibilità dei cantieri - sottolinea Patrizia Vianello, coordinatrice del Gruppo di Lavoro AIS sul Cantiere Sostenibile – in quanto mette a disposizione uno strumento oggettivo di valutazione favorendo i compiti di verifica anche attraverso l’integrazione con modelli digitali quali ad esempio il BIM (Building Information Modeling) e il Digital Twin, che offrono strumenti potenti per monitorare e migliorare continuamente le performance ambientali, ottimizzare la logistica e garantire la sicurezza sul posto di lavoro».
PwC ha raccolto attraverso la 28a Annual Global CEO Survey l’opinione di 122 amministratori delegati in Italia e 4.701 in tutto il mondo sul loro grado di fiducia nella crescita economica internazionale e del proprio business, fornendo un prezioso termometro su temi come inflazione, innovazione tecnologica, IA, sostenibilità e capitale umano. Nonostante la persistenza delle sfide macroeconomiche attuali, la maggioranza dei leader aziendali intervistati si dichiara ottimista per il futuro, riconoscendo l’importanza del cambiamento tecnologico come leva fondamentale per garantire la sostenibilità economica a lungo termine della propria azienda. Dello scenario macroeconomico e delle competenze chiave per la trasformazione se ne è parlato questa mattina nell’evento “CEO tra ottimismo e realismo".
La tecnologia leva della trasformazione aziendale", un appuntamento del ciclo “Italia 2025: Persone, Lavoro, Impresa”, la piattaforma di dialogo con i massimi esponenti del mondo delle istituzioni e dell'impresa, promossa da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi. All’incontro hanno partecipato Antonio Zoccoli, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Andrea Giudici, Equity Partner di Chaberton Partners, Roberto Russo, AD di SmartCityLife, Giovanni Andrea Toselli, Presidente e AD PwC Italia, Alessandro Grandinetti, Partner PwC Italia e Clients&Markets Leader, Anna Ruzzene, Partner Finance Transformation PwC Italia e il giornalista de La Stampa che ha condotto la discussione Alessandro De Angelis.
Andrea Toselli, presidente e amministratore delegato di PwC Italia ha commentato: «Il processo di integrazione della tecnologia attraversa ormai tutte le aree di un’azienda. La necessaria trasformazione del business che ne deriva si può strutturare solo tenendo presenti due componenti fondamentali: persone e tecnologia. I CEO italiani ne sono consapevoli e hanno compreso, più che in altri Paesi europei, che devono concentrare i propri sforzi per creare una cultura aziendale sempre più agile e orientata all’innovazione e guardano con favore alle opportunità che derivano dall’integrazione della GenAI nei modelli di business. Il cambiamento può partire solo dalle persone, e quindi dalla formazione per perfezionare le competenze. Siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione che sta nascendo e crescendo all’interno delle imprese, anche e soprattutto italiane. I risultati della PwC CEO Survey ci spiegano che le strategie messe in atto dai manager, i processi messi in atto dalle persone, i dispositivi utilizzati e la capacità di cogliere oggi la sfida dell’innovazione sono i pilastri per continuare ad essere competitivi sul mercato».
“In quanto operatori di sistema, in Snam possiamo apprezzare in maniera lampante come l’innovazione si realizzi non più nei silos verticali dei dipartimenti aziendali ma in uno spazio più aperto, che si produce per effetto della collaborazione tra corporate, startup, e altre tipologie di soggetti, come per esempio i poli universitari. In questo contesto, Snam opera come una sorta di integratore del sistema che, coordinando risorse interne ed esterne, provenienti per esempio dal mondo delle start up, innesca dinamiche di R&D applicata, venture building e innovative sourcing.”
Così il Chief strategy and technology officer di Snam Claudio Farina, intervenuto all’EY Venture Capital Talk 2025 per parlare delle Climate tech come opportunità di crescita e competitività. “In azienda – ha spiegato Farina – l’innovazione è la leva strategica che ci aiuta a decarbonizzare le attività del Gruppo e ad abilitare la transizione del Sistema. Due i fronti fondamentali: la proven innovation, per ottimizzare i processi con tecnologie data driven, perlopiù digitali e sempre più focalizzate sull’intelligenza artificiale, e l’open innovation, immersa nell’ecosistema di R&D e rivolta essenzialmente, su più livelli della filiera, allo sviluppo delle molecole verdi, con sfide che riguardano soluzioni sempre più evolute legate a produzione e stoccaggio.”
È andato in scena oggi, nella cornice di MARCA by BolognaFiere, l’evento Il Packaging nelle scelte di retailer e consumatori curato da Nomisma. L’appuntamento – che ha visto la partecipazione dei principali esponenti di industria del packaging, industria alimentare e distribuzione – è stato occasione di presentazione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo 2025 di Nomisma e luogo di confronto e dibattito sul ruolo che il packaging ricopre e ricoprirà nel largo consumo confezionato.
L'edizione 2025 dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma ha indagato il valore del packaging sia tra i consumatori – coinvolgendo oltre 1.000 responsabili di acquisto – che tra i principali retailer presenti sul territorio italiano. L’Osservatorio Packaging evidenzia come per gli italiani il cibo rappresenti, oggi, un caleidoscopio di valori. Non solo nutrimento ma anche convivialità, piacere, strumento di prevenzione e benessere ed occasione per attuare scelte sostenibili.
Non stupisce dunque che le azioni di “sostenibilità quotidiana” praticate dagli italiani includano anche stili alimentari green (38%) e che gli acquisti food siano uno degli aspetti a cui gli italiani prestano maggiore in fatto di sostenibilità (79%). La riduzione degli sprechi alimentari, la preferenza per prodotti locali, con packaging sostenibili o sfusi sono solo alcune delle scelte alimentari praticate con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale delle proprie scelte. Salutismo, risparmio e sostenibilità sono i 3 driver di acquisto che secondo le insegne si rafforzeranno maggiormente nel 2025.
Edison Next, società del Gruppo Edison che accompagna aziende, pubblica amministrazione e territori nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica, ha ottenuto l’assegnazione di due tranche di contributi a fondo perduto previsti dal bando PNRR per un ammontare complessivo di oltre 2,3 milioni di euro che va a integrare gli investimenti previsti dalla società per lo sviluppo di punti di ricarica ultraveloci e veloci per veicoli elettrici sulle strade extraurbane e nei centri urbani in Italia.
Tale bando PNRR, appena concluso, è stato indetto per selezionare i migliori progetti finalizzati allo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica fast e ultrafast entro la fine del 2025. Nel dettaglio, Edison Next investirà nella realizzazione, manutenzione e gestione in totale di 272 punti di ricarica, di cui 172 veloci situati presso parcheggi pubblici nei centri urbani in provincia di Lodi, Pavia, Monza Brianza, Brescia, Treviso e Belluno e 100 ultraveloci presso stazioni di rifornimento lungo le strade extraurbane in provincia di Brescia, Ferrara, Roma, Padova, Verona e Rovigo.
Le infrastrutture di ricarica saranno dotate della migliore tecnologia disponibile sul mercato e avranno una potenza di almeno 90 kW nei centri urbani e una potenza di 250 kW sulle strade extraurbane per soddisfare le esigenze di ricarica di mezzi leggeri e pesanti. L’iniziativa mira a sostenere la diffusione capillare sul territorio di punti di ricarica per veicoli elettrici così da permettere all’Italia di dotarsi dell’infrastruttura necessaria per il concreto sviluppo della mobilità elettrica.
Dalma Mangimi, primo gruppo italiano nella produzione di ingredienti sostenibili per mangimi animali a base di ex-prodotti per alimentazione umana, controllato da Nextalia SGR S.p.A., evolve in 'Regardia' e si lancia alla conquista di nuovi marchi e nuovi mercati. Una trasformazione che riflette il ruolo di una realtà nata nel 1981 oggi leader in Italia nella circular economy.
Con una proiezione di fatturato per il 2024 di 50 milioni di euro, in significativo incremento rispetto al 2023 e circa 120 dipendenti (+20% anno su anno), Regardia ha iniziato il proprio percorso di consolidamento con l’acquisizione a luglio 2024 della maggioranza di Zoo Assets, società attiva nella distribuzione d’integratori, e sta valutando ulteriori acquisizioni volte a rafforzare il proprio posizionamento sul mercato con l’obiettivo di diventare la piattaforma italiana leader nella circular economy focalizzata sulla riduzione dello spreco alimentare e il player di riferimento per le aziende del settore.
Già ad oggi i risultati della valutazione del Life Cycle Assessment hanno rivelato come, adottando il prodotto Regardia, si riduca sensibilmente la necessità di usare prodotti agricoli per l’alimentazione animale. Nel dettaglio, il prodotto Regardia può sostituire dal 20% al 30% degli ingredienti tradizionali all’interno di una razione giornaliera. Adottando questa strategia nell’ambito dell’allevamento di bovini, suini e pollame, rispetto a una dieta 100% convenzionale, si possono ottenere un decremento del 26% nell’emissione di gas serra, del 20% del consumo di acqua e del 21% del suolo coltivato per i bovini.
Dalma Mangimi, primo gruppo italiano nella produzione di ingredienti sostenibili per mangimi animali a base di ex-prodotti per alimentazione umana, controllato da Nextalia SGR S.p.A., evolve in 'Regardia' e si lancia alla conquista di nuovi marchi e nuovi mercati.
Una trasformazione che riflette il ruolo di una realtà nata nel 1981 oggi leader in Italia nella circular economy. Con una proiezione di fatturato per il 2024 di 50 milioni di euro, in significativo incremento rispetto al 2023 e circa 120 dipendenti (+20% anno su anno), Regardia ha iniziato il proprio percorso di consolidamento con l’acquisizione a luglio 2024 della maggioranza di Zoo Assets, società attiva nella distribuzione d’integratori, e sta valutando ulteriori acquisizioni volte a rafforzare il proprio posizionamento sul mercato con l’obiettivo di diventare la piattaforma italiana leader nella circular economy focalizzata sulla riduzione dello spreco alimentare e il player di riferimento per le aziende del settore.
Già ad oggi i risultati della valutazione del Life Cycle Assessment hanno rivelato come, adottando il prodotto Regardia, si riduca sensibilmente la necessità di usare prodotti agricoli per l’alimentazione animale. Nel dettaglio, il prodotto Regardia può sostituire dal 20% al 30% degli ingredienti tradizionali all’interno di una razione giornaliera.
Il Gruppo 24 ORE, il principale gruppo editoriale italiano specializzato in economia, finanza e servizi professionali, amplia la propria offerta di soluzioni avanzate per la sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG) grazie all’accordo con Cribis, società del Gruppo CRIF che fornisce informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese.
L’offerta di strumenti digitali, formativi e informativi, con cui il Gruppo 24 ORE supporta quotidianamente professionisti e aziende nell'integrazione dei principi ESG, si arricchisce con Valore24 ESG Score, la nuova piattaforma di score rating dedicata alle PMI sviluppata in collaborazione con Cribis utilizzando lo standard Synesgy e concepita per aiutare i professionisti nel guidare le aziende in un percorso di valutazione e miglioramento delle proprie performance ESG, con l’obiettivo di offrire un servizio innovativo di autovalutazione e un prezioso supporto strategico.
Valore24 ESG Score, disponibile per i professionisti e Capifiliera, è una piattaforma intuitiva che supporta le PMI nel monitoraggio e miglioramento delle proprie politiche ESG. Attraverso un questionario dettagliato, qualitativo e quantitativo, l’utente può ottenere un report personalizzato con un self-assessment ESG per valutare il proprio livello di sostenibilità, un piano d’azione con suggerimenti su azioni di miglioramento specifiche, un benchmark settoriale per confrontarsi con altre aziende, un monitoraggio continuo per verificare nel tempo la coerenza delle proprie politiche con i principi ESG, un attestato ESG utile per migliorare trasparenza e reputazione.
Il settore dell’allumino punta sulla sostenibilità e sulle nuove competenze dei giovani per far fronte alle sfide che tutta la filiera deve affrontare, sia a livello nazionale che europeo. Secondo l’Osservatorio MECSPE relativo al secondo quadrimestre del 2024, gli imprenditori del comparto alluminio stanno prestando maggiore attenzione alla sostenibilità: più di 4 di loro su 10 reputano la propria azienda molto o abbastanza sostenibile, un aumento dell’8% rispetto al quadrimestre precedente.
Tale attenzione si rispecchia anche nella Governance aziendale, dove i criteri ESG assumono un ruolo strategico, verso i quali le aziende stanno dimostrando interesse: il 33% delle aziende afferma di avere già implementato o di stare implementando i criteri ESG, mentre un 25% dichiara di avere tutta l’intenzione di farlo a breve. Per quanto riguarda le competenze, le aziende guardano sempre con più interesse i giovani talenti già formati per inserire nuovo personale preparato; infatti, circa un’azienda su 3 sta già collaborando con università e ITS, mentre un altro terzo dei rispondenti afferma di avere intenzione di attivare collaborazioni a breve per offrire opportunità di lavoro ai giovani entro il prossimo anno.
Le figure maggiormente ricercate sono operai specializzati 53% e tecnici specializzati (47%). Se circa un quarto degli imprenditori guarda a Università, ITS e IFTS per introdurre nuove competenze in azienda, più della metà investe in corsi di formazione per aggiornare le competenze del personale esistente.
Urban Vision celebra il quinto anno consecutivo di collaborazione con la Milano Fashion Week, confermandosi partner di riferimento per la comunicazione innovativa e tecnologica di uno degli eventi più attesi nel panorama internazionale della moda. Per tutte e quattro le edizioni previste nel 2025, il gruppo metterà a disposizione il proprio expertise per trasformare le strade di Milano in uno spazio urbano di connessione tra creatività e tecnologia, rendendo l’esperienza ancora più accessibile e inclusiva per il pubblico.
L’edizione di gennaio sarà trasmessa sull’imponente impianto LED Mercanti, una degli schermi di digital out-of-home più impattanti del centro di Milano. Situato in un punto strategico della città, il maxi-led screen trasmetterà in diretta streaming gli attesi i fashion shows pensati per coinvolgere i cittadini e regalare un’esperienza immersiva e di forte impatto visivo. L’edizione di febbraio vedrà il ritorno del Fashion LED Cube, un’installazione tecnologica che ha già conquistato il pubblico nella scorsa edizione.
Posizionata nel Fashion Hub, questa struttura digitale di grande impatto integra design, creatività e innovazione, capace di trasformare ogni evento in un’esperienza immersiva capace di attrarre appassionati di moda e visitatori da tutto il mondo. Con quattro schermi LED progettati per trasmettere contenuti in tempo reale, il Fashion LED Cube è sinonimo di spettacolarità e connessione, rendendo l’evento accessibile in modo originale e coinvolgente.
Siemens ha raggiunto in anticipo sette dei suoi quattordici obiettivi nelle aree, fra le altre, della decarbonizzazione, dell’equity e dell'occupabilità. Per la prima volta, i prodotti e le soluzioni Siemens venduti nell'anno fiscale 2024 hanno permesso ai clienti di abbattere più emissioni di quelle prodotte da Siemens nella sua intera catena del valore (emissioni di Scope 1, 2 e 3).
Dal 2021 Siemens ha inserito i propri obiettivi nel suo framework strategico di sostenibilità DEGREE, un approccio olistico con indicatori di performance chiave rigorosi e tracciabili. I prodotti e le soluzioni di Siemens venduti ai clienti nell'anno fiscale 2024 eviteranno, nel loro ciclo di vita, circa 144 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra. Questo dato è superiore ai 121 milioni di tonnellate di emissioni che l'azienda ha generato nella sua intera catena del valore (Scope 1, 2 e 3) nell'anno fiscale 2024.
Siemens ha inoltre ridotto le proprie emissioni di CO2e del 60% rispetto al 2019, anno di riferimento, superando con un anno di anticipo l'obiettivo intermedio di riduzione del 55% delle emissioni di CO2e entro il 2025. Entro la fine dell'anno fiscale 2030, invece, l'azienda intende tagliare il traguardo del 90% di abbattimento di CO2e delle proprie attività e, successivamente, azzerare le emissioni di gas serra in tutta la catena del valore entro l'anno fiscale 2050.
Negli anni scorsi le campagne globali di sensibilizzazione sul clima avevano portato la sostenibilità ambientale in cima alle preoccupazioni degli italiani. Oggi lo scenario è leggermente cambiato: l’impronta green delle aziende resta tra le prime tre priorità degli italiani (66,6%) ed è scavalcata soltanto dall’attenzione verso la sostenibilità sociale, che occupa il primo posto nella classifica di cosa gli italiani si aspettano da una “Good Company”.
È questa una delle principali evidenze emerse dalla ricerca promossa da TESYA, Gruppo internazionale leader nella fornitura di servizi e soluzioni integrate B2B presente in diversi settori (dalle costruzioni alla transizione energetica, fino alla gestione di cantieri e logistica), in collaborazione con AstraRicerche, che ha coinvolto 4.031 intervistati, presenti nella maggior parte dei Paesi in cui il Gruppo opera (Portogallo, Spagna, Italia, Slovenia e Croazia).
L'obiettivo della ricerca è indagare l’ambito della CSR e il sentiment intorno alle Good Company, quelle aziende che scelgono di integrare nel proprio modello di business la Corporate Social Responsibility, assumendosi una responsabilità nei confronti della comunità e dell’ambiente in cui operano. Il 70% degli italiani ritiene che una “Good Company”, per dichiararsi tale, debba prestare massima attenzione al rispetto dei diritti dei propri collaboratori, attraverso una retribuzione adeguata, la creazione di un ambiente che promuova il work life balance e valori come equità, diversità e inclusione.
Siemens continua a rafforzare la propria leadership in materia di sostenibilità, raggiungendo le tappe fondamentali delineate nel Rapporto di sostenibilità 2024 appena pubblicato. La tech company ha raggiunto in anticipo sette dei suoi quattordici obiettivi nelle aree, fra le altre, della decarbonizzazione, dell’equity e dell'occupabilità.
Per la prima volta, i prodotti e le soluzioni Siemens venduti nell'anno fiscale 2024 hanno permesso ai clienti di abbattere più emissioni di quelle prodotte da Siemens nella sua intera catena del valore (emissioni di Scope 1, 2 e 3). Dal 2021 Siemens ha inserito i propri obiettivi nel suo framework strategico di sostenibilità DEGREE, un approccio olistico con indicatori di performance chiave rigorosi e tracciabili. Siemens ha un grande impatto nel settore della tutela ambientale e della decarbonizzazione nei settori dell'industria, delle infrastrutture, dei trasporti e della sanità.
I prodotti e le soluzioni di Siemens venduti ai clienti nell'anno fiscale 2024 eviteranno circa 144 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra. Questo dato è superiore ai 121 milioni di tonnellate di emissioni che l'azienda ha generato nella sua intera catena del valore (Scope 1, 2 e 3) nell'anno fiscale 2024. Nell'ambito dei propri sforzi per la salvaguardia del clima, Siemens continua a compiere progressi significativi nella riduzione delle emissioni di CO2 e derivanti dalle proprie attività. Gli investimenti annunciati nell'anno fiscale 2022 continuano a produrre risultati concreti.
Assarredo di FederlegnoArredo presenta i Green Design Days, con l’obiettivo di rafforzare l’impegno del settore verso la sostenibilità e promuovere un modello di design innovativo, circolare e responsabile. L’iniziativa è stata annunciata al Piccolo Teatro Grassi di Milano in occasione dell’assemblea annuale di Assarredo, partecipato momento di incontro tra i rappresentanti delle imprese associate, preceduta dai 'Green Design Days Warm up 2024'.
Il talk, moderato da Sara Fortunati, direttrice del Circolo del Design, ha visto la presenza di ospiti di rilievo come Michelangelo Giombini (Head of Product Development e Ceo di MTDM), Federico Brugnoli (CEO e Founder di Spin360), Alice Pedretti (Sustainability Director di Havas PR Milan), Mattia di Carlo (Circular Designer presso 3XN/GXN) e Matteo Ward (Ceo e Co-founder di WRÅD). Ognuno ha portato contributi innovativi che hanno spaziato dalla ricerca all’esperienza aziendale, fino all’utilizzo di nuove tecnologie.
Maria Porro, presidente di Assarredo, ha infatti sottolineato l’importanza di creare momenti pubblici come quello del Piccolo Teatro per condividere le attività dell’Associazione e i progressi del settore. "Vogliamo dar vita a spazi di discussione e confronto, che non solo mettano in luce i passi avanti nell’adozione di pratiche responsabili, ma che aprano anche a nuove prospettive", ha spiegato.
Regione Lombardia e Gestore dei Servizi Energetici danno vita a una partnership istituzionale che pone i territori al centro di un percorso di nuovo sviluppo sostenibile, con una attenzione particolare alla azione di accompagnamento delle vocazioni e delle capacità di nuova impresa sostenibile che contraddistinguono il territorio lombardo.
A sottoscrivere oggi, a Palazzo Lombardia, il Protocollo d’intesa tra Regione e GSE (Gestore dei Servizi Energetici), della durata di 3 anni, il presidente Attilio Fontana e l’assessore agli Enti locali e alle Risorse energetiche, Massimo Sertori, e il presidente di GSE, Paolo Arrigoni. “Con la firma del Protocollo - dichiara il presidente Fontana - avviamo una virtuosa collaborazione istituzionale con cui Regione Lombardia punta a raggiungere i target della sostenibilità recependo le esigenze del territorio e promuovendo l’utilizzo di fonti rinnovabili”.
“La Lombardia – ha ricordato il presidente Fontana – ha declinato il suo PRS (Programma regionale di sviluppo) aggiungendovi una seconda ‘S’ che sta per sostenibile. E questo Protocollo si inserisce pienamente nel percorso che sta orientando la crescita e lo sviluppo della nostra Lombardia”. “Il Protocollo - commenta Massimo Sertori, assessore regionale con delega agli Enti Locali e alle Risorse energetiche - agisce a tutto tondo rispetto ai temi della transizione energetica e dell’economica circolare, dando grande importanza alla funzione dei dati e delle informazioni per operatori, amministrazioni locali e cittadini”.
Si è concluso ieri un incontro per presentare il progetto “MXP North Rail Access” (Accesso ferroviario a Nord di Malpensa) e 15 anni di collaborazione aereo-ferroviaria che ha riunito SEA Aeroporti di Milano, FERROVIENORD, Regione Lombardia, CINEA (Agenzia Esecutiva Europea per il Clima, le Infrastrutture e l’Ambiente) e la Commissione Europea DG-MOVE. Inoltre hanno portato la loro testimonianza anche l’aeroporto di Parigi, Riga e Bruxelles, Trenitalia, easyJet nonché i gestori di Kuala Lumpur Express Rail e Airtrain Brisbane.
Si tratta di un’iniziativa strategica cofinanziata dall’Unione Europea nell’ambito dei programmi TEN-T 2007-2013 e CEF 2014-2020, con un totale di oltre 90 milioni di euro. Questo progetto rafforza il ruolo di Malpensa come snodo strategico intermodale, avvicinandolo ulteriormente all’Europa via treno e integrandolo nei principali Corridoi Mediterraneo e Reno-Alpino. “Il progetto ‘MXP North Rail Access’ rappresenta una pietra miliare per il trasporto intermodale europeo e un modello di collaborazione vincente tra SEA e FERROVIENORD.
Il completamento dell’infrastruttura ferroviaria contribuirà in maniera determinante al potenziamento dell'accessibilità sostenibile di Malpensa sia perché l'aeroporto diventerà un nodo della rete di trasporto e non più “stazione terminale” – aumenteranno, cioè, le località direttamente collegate con l'aeroporto – sia perché Malpensa sarà integrato nella rete ferroviaria nazionale, condizione necessaria per l’attivazione dei servizi AV” ha affermato Alessandro Fidato, Chief Operating Officer di SEA Aeroporti di Milano.
Ogni anno, ad aprile, Salone del Mobile accende i riflettori internazionali su Milano, trasformandola in Capitale mondiale del progetto, insieme alla grande festa che anima la città. Obiettivo della ricerca: partire dai dati per informare il futuro di un evento, che genera valore per la competitività del sistema produttivo e culturale nazionale.
E un impatto che va oltre all’indotto di 275MLN di euro (+13,7% vs 2023). 37 data holder, 86 fonti, 10 Tavoli di Lavoro con 130 stakeholder, 530 osservazioni sul campo. Sono solo alcuni numeri che riassumono le attività di ricerca confluite in (Eco) Sistema Design Milano, primo capitolo di un più ampio progetto ideato e promosso da Salone del Mobile, con la supervisione scientifica del Politecnico di Milano per conoscere, per la prima volta su base dati, dimensioni e dinamiche del grande “evento” internazionale, che ogni anno, ad aprile, genera crescita economica e innovazione, contribuendo in modo significativo all'identità di Milano, Capitale del design.
Protagonisti della prima “fotografia” di quello, che si configura come un ecosistema complesso e dinamico, sono Salone del Mobile. Milano, che anche nel 2024 si è confermato catalizzatore internazionale con un record di 370.824 presenze, di cui il 65,6% dall’estero, e l’off in città, elemento complementare con la sua rete di eventi urbani (1.326 nell’ultima edizione). Lo stesso ecosistema comprende storicamente Milano, che dal 2009 al 2023 ha visto crescere del 66% il numero di imprese e professionisti del Design Core, settore che ha il design come attività primaria: 2.275 a oggi.
Come muoversi meglio e in libertà? Perché serve tutelare la mobilità attiva e condivisa? Perché conviene utilizzare il mezzo pubblico? Sono solo alcune domande a cui si cercherà di dare risposta nel corso del Forum della Mobilità ‘Muoversi a Milano’ che si sta svolgendo nel capoluogo lombardo, partendo dalla grande novità della M4 che unisce la città e dalla convinzione che la strada sia di tutti e tutte e debba diventare più sicura e accogliente.
Il forum è iniziato martedì 26 novembre (Sala conferenze di Palazzo Morando in via Sant’Andrea 6, ore 9.30) con l’incontro ‘Muoversi a Milano e terminerà venerdì 29 novembre. Nuova M4: la blu che unisce la città’. L’assessora alla Mobilità Arianna Censi farà il punto su quanto la nuova linea abbia inciso sulla qualità della vita dei cittadini e delle cittadine, insieme a coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa nuova infrastruttura di trasporto pubblico.
Mentre il contributo del report annuale di Amat, che esamina gli indicatori della mobilità a Milano, fornirà le basi per discutere di come sta cambiando il modo di muoversi in città. In chiusura è previsto un dialogo a due, tra l’assessora e la giornalista e scrittrice Rosa Teruzzi, che con le storie raccontate nei suoi libri della serie ‘I delitti del castello’ traccia uno spaccato del Giambellino, quartiere in cui si inserisce la nuova M4. Il giorno successivo, il 27 novembre, il forum si trasferisce presso il Milano Luiss Hub, in via Azeglio 3, dove il punto focale dell’incontro si sposta sul tema dell’accessibilità e di come è possibile migliorare la vita delle persone consentendo di muoversi in autonomia.
Edison rinnova il suo impegno al fianco della Fondazione del Teatro alla Scala in occasione della presentazione della serata inaugurale della nuova stagione 2024/2025 che quest’anno sarà aperta da La forza del destino di Giuseppe Verdi con la regia di Leo Muscato. Edison è partner Permanente della Fondazione del Teatro alla Scala e suo fornitore unico di energia elettrica 100% green.
Inoltre, nel corso dell’ultimo anno, attraverso la società Edison Next, ha realizzato una serie di interventi per la riqualificazione degli impianti energetici e per l’autoproduzione di energia rinnovabile dando concretezza al percorso di transizione energetica della Fondazione. L’operatore energetico continua a portare innovazione e progresso al Teatro, proprio come accadde oltre 140 anni fa, quando, il 26 dicembre 1883, accese per la prima volta le luci del Teatro, sfruttando l’energia elettrica prodotta dalla prima centrale termoelettrica dell’Europa continentale situata in via Santa Radegonda, a pochi passi dal Duomo di Milano.
E fu proprio da Milano e dal Teatro alla Scala che prese avvio il processo di elettrificazione del mondo moderno: quella sera, durante la Prima della Gioconda di Amilcare Ponchielli, il pubblico poté ammirare il teatro illuminato da 2.450 lampadine, che segnarono l’addio definitivo ai lumi a gas e l’avvio di una nuova era.
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