Nel 2024, 150 società con azioni ordinarie quotate su Euronext Milan (Exm) hanno pubblicato la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF), confermando una crescente integrazione dei criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) nella strategia aziendale. Il dato, diffuso dalla Consob, rappresenta oltre il 70% delle società quotate italiane e il 97% della capitalizzazione complessiva del mercato.

 

È un segnale chiaro: la sostenibilità non è più una scelta facoltativa, ma un elemento strutturale della governance e della competitività. La DNF, prevista per legge per le grandi imprese, viene oggi adottata anche da molte altre società su base volontaria, anticipando i nuovi obblighi imposti dalla normativa europea in arrivo (CSRD).

 

Il 73% delle aziende coinvolge direttamente il consiglio di amministrazione nella supervisione delle tematiche ESG, con deleghe specifiche a comitati o funzioni interne. Cresce anche il dialogo con gli stakeholder, con il 90% delle imprese che avvia consultazioni periodiche e mappature dei portatori di interesse.

 

Sul fronte ambientale, le priorità sono la decarbonizzazione, l’efficienza energetica e la gestione dei rifiuti. In ambito sociale, i temi chiave restano parità di genere, inclusione e formazione continua. A livello di governance, spiccano trasparenza, etica e gestione del rischio.

 

L’obiettivo non è solo adempiere a un obbligo normativo, ma costruire fiducia e reputazione nel lungo periodo, in un contesto dove investitori, clienti e partner richiedono sempre più coerenza e impegno sui temi della sostenibilità.

 

La “pagella ESG” diventa quindi uno specchio dell’identità aziendale e uno strumento strategico per attrarre capitali, talenti e opportunità. E rappresenta un passo concreto verso un modello economico più responsabile e resiliente.