Presentato il 22 ottobre 2025, il Rapporto ASviS dell’alleanza che raduna oltre 330 organizzazioni ha lanciato un allarme: l’Italia peggiora in sei Obiettivi su 17 dell’Agenda 2030, registra progressi limitati in altri e mostra segni di stallo o arretramento in ambiti chiave come povertà, ecosistemi, governance e disuguaglianze.

 

Segnalando che solo il 29% dei target specifici analizzati sono ancora raggiungibili e che oltre il 58% non verranno raggiunti, il Rapporto punta il dito: la sostenibilità viene «percepita più come un fastidio che come un investimento sul futuro». In ambito aziendale e istituzionale, ciò traduce l’urgenza di politiche coerenti, monitorate e integrate in modo sistemico. Per l’impresa si apre dunque una sfida: superare modelli episodici e attuare strategie strutturate, con governance, indicatori, trasparenza e competenze. Ma senza un’azione coordinata tra pubblico, privato e comunità, lo sforzo rischia di rimanere frammentato.

 

Il messaggio per le imprese è chiaro: non basta essere “green” nel marketing, serve essere sostenibili nel modello. Investire nella sostenibilità deve diventare parte della cultura d’impresa e non più un accessorio. In un’Italia che arranca, le aziende che sapranno cavalcare la trasformazione potranno distinguersi, contribuendo al contempo a un percorso necessario per il Paese e per le generazioni future.