Il ruolo dell’idrogeno nella transizione energetica

di Cecilia Gatti

La transizione energetica rappresenta una sfida cruciale per l’Italia e l’Europa. In uno scenario sempre più complesso, l'idrogeno emerge come vettore energetico rilevante: Snam è impegnata in prima linea nello sviluppo delle infrastrutture necessarie per la sua diffusione.

Il gas naturale è stato spesso definito un combustibile di transizione. È vero che stiamo assistendo a una progressiva riduzione del suo utilizzo, ma resta una fonte che caratterizzerà la transizione energetica e continuerà ad avere un ruolo significativo anche sul lungo periodo. In questo contesto, è importante pensare alla decarbonizzazione del sistema energetico considerando, almeno in una prima fase, tecniche di blending, ossia miscelando idrogeno e gas naturale. Questa coesistenza offre la possibilità di una transizione graduale e sostenibile, ottimizzando le infrastrutture esistenti e favorendo l'integrazione delle nuove fonti energetiche.

Da leader nelle infrastrutture energetiche, Snam ha intrapreso un percorso strategico volto a integrare l'idrogeno nelle proprie reti di trasporto e stoccaggio. Un elemento, quest’ultimo, che al pari del trasporto svolge un ruolo cruciale nel garantire la sicurezza e la continuità dell'approvvigionamento: oggi avviene con il gas naturale, e domani proprio con l’idrogeno. E l’esperienza di Snam quale operatore integrato in grado di presidiare l’intera catena midstream può rivelarsi decisiva anche nel prossimo futuro.

Quanto ai progetti industriali, un elemento chiave della strategia di Snam è lo sviluppo dell’Italian H2 Backbone, elemento essenziale del SoutH2 Corridor, il corridoio meridionale che trasporterà l’idrogeno verde prodotto in Nord Africa verso il cuore dell’Europa. Questa iniziativa ha una valenza internazionale significativa e coinvolge, oltre all’Italia,  ben quattro Paes: Germania, Austria, Algeria e Tunisia. Nel corso degli ultimi anni, Snam ha partecipato a numerosi incontri a livello governativo e istituzionale, coinvolgendo anche potenziali finanziatori delle infrastrutture. Tra questi, ricordiamo gli incontri di Monaco nel settembre 2023, Vienna nel marzo 2024, Roma nel luglio 2024 e nel gennaio 2025 con la riunione pentalaterale coordinata dal Ministero degli Esteri. Il prossimo 7 marzo è prevista una nuova trilaterale in Germania. Questi sforzi sono stati riconosciuti dall'Unione Europea, che ha stanziato 24 milioni di euro per avviare studi di fattibilità, tramite il programma CEF – Connecting Europe Facility, dedicati proprio alla dorsale italiana dell’idrogeno.

Al netto delle strategie delineate e degli investimenti pianificati, resta centrale la definizione di un quadro normativo e regolatorio definito per l’idrogeno a livello nazionale. Le industrie che intendono convertire le proprie attività all'idrogeno hanno bisogno di certezze normative per orientare i propri investimenti. È quindi fondamentale che l'Italia inizi a lavorare sul recepimento dei pacchetti normativi europei relativi all'idrogeno. Passi in avanti sono stati fatti, come ad esempio la definizione della Strategia Nazionale dell’Idrogeno sul finire dello scorso anno. Ne rimangono altri da fare: su tutti la promozione di un disegno di legge specifico per l'idrogeno e l'istituzione di un'autorità dedicata che possa guidare e supervisionare lo sviluppo del settore, senza i quali il mercato difficilmente potrà prendere decisioni definitive di investimento.

Un altro aspetto fondamentale riguarda il permitting e l'accettabilità delle infrastrutture sul territorio. Negli ultimi anni sono stati compiuti passi significativi verso la semplificazione normativa, ma permane una forte necessità di rafforzare lo stakeholder engagement anche a livello locale, con strumenti quali le consultazioni pubbliche previste dal Regolamento europeo, per garantire che le opere infrastrutturali siano percepite come accettabili e condivise dai cittadini. Se la strategia nazionale punta all'inclusività delle fonti energetiche, l'accettabilità territoriale resta un punto cruciale per la realizzazione concreta di una transizione realmente sostenibile.