Duplomatic Motion Solutions
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A volte l’ingegneria s’incontra con l’arte. Succede che Santiago Calatrava, uno degli architetti più “visionari” della storia, immagina il battito d’ali di un falco per avvolgere il padiglione più iconico dell’Expo di Dubai. E a farlo volare invece pensa un’azienda di Parabiago, leader internazionalmente riconosciuto nel progettare e realizzare componenti e sistemi oleodinamici. Se la copertura a forma di falco del UAE Pavilion di Expo 2020 Dubai si apre e si chiude dieci volte al giorno, imitando armoniosamente il volteggio del rapace simbolo del Paese ospitante il merito è di Duplomatic Motion Solutions. Il gruppo industriale lombardo a Dubai ha creato un “unicum” al mondo, fra i più grandi impianti oleodinamici del genere mai realizzati, dando un saggio di ciò che può fare l’ingegneria italiana sui grandi palcoscenici internazionali.
“Per la prima volta - racconta Paolo Leutenegger, general manager di Duplomatic MS e responsabile della parte elettronica del progetto – siamo stati chiamati a realizzare un sistema oleodinamico non progettato da noi. Come nelle più belle storie, il nostro coinvolgimento è nato quasi per caso. Il nostro AD Roberto Maddalon ha ricevuto una telefonata da Dubai, chiedevano se avessimo la possibilità di realizzare l’impianto secondo le specifiche di un progetto già definito. Ci siamo guardati negli occhi - siamo un’azienda con nessuna esperienza nel settore “constructions” - e abbiamo deciso di accettare la sfida, ma andando negli Emirati con una nostra soluzione al loro problema. Il mio partner di progetto per la parte meccanica ed oleodinamica Carlo Vergano ha seguito tutta la fase dell’assegnazione. E nel marzo 2018 è ufficialmente iniziata la nostra avventura all’interno del Parco Expo”.
“Il bozzetto di Santiago Calatrava ritraeva un falco, simbolo degli Emirati, che si librava in volo. Perciò il tetto doveva richiamare quella visione. C’è quindi un requisito iniziale che è estetico ed esperienzale, ma che è anche lontano dal mondo dell’ingegneria. I concetti di estetica e esperienza si sono tradotti in un impianto che doveva essere in grado muovere queste 28 ali in modo totalmente sincronizzato, perfetto, con delle differenze di movimento tra un’ala e l’altra che fossero impercettibili e restituissero un movimento fluido, armonioso e soprattutto silenzioso. E, aggiungo, completamente invisibile. Calatrava ha progettato un padiglione dalle linee essenziali, pulite, giocate sui toni del bianco. Nulla si deve vedere. I servizi e i sottoservizi si devono adeguare alle linee dell’opera e non viceversa. Non esattamente semplice da tradurre in pratica se si è costretti a realizzare una centrale con diciassette quadri elettrici, chilometri di tubazioni pesantissime per l’olio in pressione e decine di chilometri di cablaggi. Oltre ai cilindri per imprimere il movimento alle vele. E tutto questo deve restare il più possibile nascosto all’occhio dello spettatore”.
“Abbiamo ridotto la potenza installata, adattando pressione e portata in funzione della posizione istantanea di ogni singola vela. Questo ci ha permesso di lavorare in modo più efficiente con un gruppo moto-pompa in meno rispetto alla soluzione originaria, risparmiando (e facendo risparmiare il cliente) in costi ed energia. L’idea che abbiamo avuto si sposa con il concetto di sostenibilità e di efficientamento energetico che sta alla base proprio di ciò che sostiene Expo”.
“Nel 2017 abbiamo cambiato nome da Duplomatic Oleodinamica a Duplomatic Motion Solutions. In questo piccolo cambio di denominazione è concentrato il cambio di strategia per il futuro dell’azienda. Ci stiamo spostando da quella che era una visione solo oleodinamica a una visione in cui vogliamo diventare azienda di riferimento per tutte le soluzioni di movimento, siano esse per applicazioni industriali o su macchine mobili. Quella di Duplomatic è una bellissima storia da raccontare all’Italia delle imprese familiari su come il mondo del Private Equity e della finanza possono essere messi al servizio del “fare impresa” per generare crescita e sviluppo”.
"Oggi siamo presenti nei maggiori continenti tra Italia, Usa, Uk, Germania, Norvegia, India, Australia e Cina. E poi c’è Duplomatic Middle East, a Dubai, l’ultima arrivata. L’abbiamo creata su richiesta del general contractor di Expo per gestire tutte le fasi, comprese quelle amministrative che sono molto delicate in Medio Oriente, della realizzazione dell’impianto oleodinamico per il padiglione degli Emirati. Ma, pur con una struttura leggera, Duplomatic Middle East ha colpito gli organizzatori di Expo 2020 per competenze e professionalità al punto di acquisire anche la commessa per il supporto alle operazioni e la manutenzione preventiva dell’impianto del padiglione fino al 31 marzo 2022”.
“Non ci siamo mai incontrati ma mi ha chiamato personalmente due volte al telefono, ricordo una persona estremamente gradevole e appassionata. Mi contattò per risolvere il problema di un tubo che ostruiva il passaggio dell’acqua sul tetto. Siamo stati al telefono un’ora. Mi ha raccontato dei suoi legami con l’Italia, poi mi ha regalato una sua opera con dedica e un bozzetto personale. Simboleggia una donna accovacciata che lascia librare una colomba. È un bel ricordo di questo progetto portato avanti insieme ed una metafora per tutto ciò che di bello ci aspetta”.
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