Itelyum
di Francesco Gastaldi
“La rigenerazione è il futuro del pianeta”. È uno dei mantra di Marco Codognola. L’amministratore delegato di Itelyum, gruppo lombardo leader nella rigenerazione degli oli usati e nella purificazione dei reflui dell’industria chimica e farmaceutica, lo ripete spesso. Qualità, innovazione, sistemi monitoraggio dei parametri, la ricerca della sostenibilità attraverso driver avanzati: un know-how acquisito in cinquant’anni di attività e ricerche che consente al gruppo di applicare il modello circolare a supporto del Green Deal e della sostenibilità. «L'utilizzo di prodotti rigenerati permette di risparmiare ingenti quantità di CO2 rispetto all'uso di materie prime vergini. Stiamo ottenendo risultati straordinari in termini di qualità e innovazione, puntando alla decarbonizzazione delle nostre filiere di riferimento». Dalla prima raffineria degli anni Sessanta Itelyum è diventato oggi un modello di economia circolare. Uno dei più importanti in Italia nel campo della rigenerazione e della purificazione. Produce ispirandosi ad Agenda 2030, segue la strada della sostenibilità, innova collaborando con gli atenei italiani e dialoga con le scuole e le comunità territoriali.
Come ha detto, la storia di Itelyum parte negli anni 60 nel Lodigiano, quando nacque Viscolube, l'azienda che iniziò ad utilizzare le tecnologie di ri-raffinazione delle materie prime fossili per rigenerare oli minerali usati, per la produzione di basi lubrificanti di qualità. L’azienda viene fondata nel 1963 da allora cresce migliorando costantemente i processi con innovazioni tecnologiche che sono poi diventate dei benchmark internazionali nel settore della rigenerazione degli oli minerali esausti. Nel 2001, ad esempio, Viscolube acquisisce dall’Eni l’impianto di rigenerazione di Ceccano, incrementando la capacità produttiva dei propri stabilimenti e anche modernizzando i processi. Dodici anni dopo viene creata anche una divisione dedicata alla gestione dei rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, e nel 2017 si specializza nella purificazione di solventi esausti con l’acquisizione di Bitolea a Landriano, nel Pavese, importante partner dell’industria farmaceutica. La nascita del gruppo Itelyum, due anni dopo, è la svolta naturale di un processo di integrazione delle società che fanno parte di questo progetto industriale. E oggi Itelyum è leader in Italia e in Europa nella gestione dei rifiuti speciali, in particolare pericolosi, volta a massimizzare il recupero in un’ottica di economia circolare. Il gruppo può contare 23 aziende e 25 siti operativi su tutto il territorio nazionale.
Il progetto industriale di Itelyum si basa sia sull’integrazione orizzontale delle tre divisioni, le due citate Itelyum Regeneration e Itelyum Purification e la terza, Itelyum Ambiente. Le aree di business di Regeneration e Purification sono complementari per tecnologie applicate. In entrambi i processi, ad esempio, l’operazione fondamentale è la distillazione. Necessaria per ottenere la massimizzazione della purezza dei prodotti finiti e la percentuale di rigenerazione della materia. Quanto alle tecnologie per l’ambiente nel 2020 abbiamo gestito 1,8 milioni tonnellate di rifiuti industriali, sia direttamente che tramite servizi di handling. La sinergia continua tra le tre divisioni ha portato il gruppo a crescere fino a diventare un player di rilievo per la grande industria. Grazie all’integrazione della supply chain del gruppo siamo in grado di offrire servizi per la grande impresa, gestendo direttamente la gran parte dei rifiuti che ogni giorno ci troviamo a raccogliere massimizzando le opzioni di riciclo ed il recupero di risorse.
È necessario mantenere il processo di sviluppo e adeguamento di queste tecnologie, così come nei nostri siti produttivi sono richiesti sempre più elevati standard di qualità e di sicurezza dei prodotti. Negli ultimi cinque anni sono stati depositati diversi brevetti volti al miglioramento prestazionale dei nostri processi nonché dei prodotti, anche sviluppando progetti di “open innovation” con i più importanti atenei italiani. Cito quelli con cui abbiamo maggiori e costanti collaborazioni, il Politecnico di Milano, l’Università di Napoli, l’Università della Calabria, l’Università La Sapienza, l’Istituto Superiore Sant’Anna di Pisa e l’Università di Cassino.
Il core business di Itelyum si basa sull’economia circolare, sulla massimizzazione del recupero di risorse e sulla gestione sostenibile dei rifiuti. Il nostro gruppo punta a diventare il primo operatore italiano nella trasformazione dei rifiuti industriali in risorse sostenibili, attraverso l’impiego di tecnologie e competenze chimiche e di processo per la massimizzazione delle opzioni di riciclo. Posso dirvi che già oggi Itelyum vanta un indice di circolarità che supera il 90%.
Il nostro approccio è volto alla costruzione di partnership solide per lo sviluppo della filiera: un esempio è dato dal modello di Itelyum Purification, dove i fornitori dei solventi esausti diventano anche clienti di solventi purificati. Sempre nel sito di Landriano, il nostro approccio volto a massimizzare il recupero delle risorse ha portato a realizzare un processo produttivo per la creazione di uno “starting material” per l’industria farmaceutica che richiede nel processo produttivo l’utilizzo di ingenti quantità di solventi. E in questo caso può godere di tutti i benefici derivati dalla purificazione degli stessi nell’impianto a fianco. Itelyum è orientata al miglioramento continuo e in quest’ottica punta all’aumento della percentuale di recupero e riciclo.
Il nostro è un approccio sistemico alla sostenibilità, oggi più che mai una vera e propria leva di competitività e sviluppo. Abbiamo improntato il nostro core business al raggiungimento di cinque degli SDG (Sustainable Development Goals) principali, cioè i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile individuati dall’Onu per il 2030. Nello specifico abbiamo fissato come obiettivi i punti 6, 8, 9, 12 e 13, attraverso l'impegno per il recupero di materia, la depurazione delle acque e la decarbonizzazione attraverso la continua innovazione. Non solo. Il nostro modo di lavorare è volto alla tutela della salute e sicurezza (SDG 3), alla formazione continua e alla diffusione della cultura della sostenibilità (SDG 4) e alla promozione della diversità (SDG 5). Non da ultimo, crediamo che l'economia circolare necessiti di uno sforzo congiunto dei diversi attori della filiera in un approccio di partnership (SDG 17). Per salvaguardare l’ambiente e la salute e sicurezza, non è più necessario sempre e solo intervenire strutturalmente sui processi, ma gli stessi obiettivi possono essere raggiunti anche attraverso l’innovazione digitale e la gestione dei dati, che può permettere di ridurre gli impatti e aumentare la circolarità dei processi.
Per quanto riguarda la sostenibilità, dal 2020 abbiamo dato avvio a una serie di attività per consolidare i rapporti con i territori attraverso il dialogo strutturato e per progettare iniziative confrontandoci e diffondendo la cultura della sostenibilità. Ad esempio nel Lodigiano con il progetto #telospiego abbiamo avviato una partnership con Il quotidiano locale Il Cittadino e il Liceo Scientifico Gandini di Lodi, coinvolgendo gli studenti nella redazione di un “giornale green” sui diversi temi della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’inclusione. Alla fine un concorso premierà il miglior elaborato creativo sugli SDG. Il progetto divulgativo creato dai ragazzi del liceo sarà uno strumento per fare sensibilizzazione sui temi della sostenibilità e dell’Agenda 2030. Quest’anno invece abbiamo avviato progetto intitolato “Obiettivo Sostenibilità”, per promuovere incontri di alto livello sui temi della sostenibilità, coinvolgendo le scuole primarie e secondarie dei territori in cui opera, figure istituzionali e i nostri dipendenti che dialogano con gli studenti su temi quali l’economia circolare, la digitalizzazione e l’istruzione STEM.
Inoltre la collaborazione con il Politecnico di Milano ha dato avvio al progetto pilota per la Digital Transformation dello stabilimento di Pieve Fissiraga che, grazie all’intelligenza artificiale e all’IOT (Internet of Things) permetterà di simulare in tempo reale il processo produttivo e di creare un “gemello digitale” dello stabilimento stesso, grazie al quale si potranno ottenere informazioni importanti per il miglioramento dei processi produttivi in un’ottica di efficienza e sostenibilità. Il progetto con il Politecnico di Milano prevede anche la creazione di un laboratorio permanente all’interno dell’impianto di Pieve Fissiraga, con ricercatori impegnati nello studio di processi innovativi di economia circolare.
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