Il successo di Brustia-Alfameccanica è in un gioco di squadra fatto di donne e uomini
di Federica Venni
«Mio papà, sia quando ha fondato l’azienda sia durante tutto il suo sviluppo, è sempre stato affiancato dalla mamma», racconta Maria Vittoria Brustia. Ed è stato proprio questo, spiega, il connubio vincente, che ancora oggi è la ricetta di un successo.
Lei e sua nipote Vittoria si sentono il «front office» di una realtà che ha un indispensabile «back office» maschile: «Senza i nostri fratelli e le altre persone che sviluppano idee e progetti non saremmo mai arrivati dove siamo ora. Ad oggi, in qualunque posto del mondo dove si fanno scarpe, noi e le nostre macchine ci siamo». All’inizio, ai tempi del nonno e con il boom economico degli anni Sessanta, furono Stati Uniti, Argentina e Spagna i primi mercati di espansione, oggi circa il 70% della produzione è destinata all’esportazione tra Cina, Giappone, Corea, Vietnam, Indonesia, Turchia.
Maria Vittoria, che non ama prendersi troppo sul serio, si affida ad una boutade: «Dietro grandi donne ci sono sempre grandi uomini». E così, creatività e intuito femminili hanno bisogno di incontrare praticità e manualità per diventare sviluppo: «Io e Vittoria siamo quelle che tengono i contatti con i mercati, poi però serve chi dia vita alle nostre idee. E per questo ci sono i nostri fratelli e il resto del personale aziendale». Quattordici dipendenti che fanno un gran lavoro in team. Certo, si concede Vittoria, «noi donne siamo proverbialmente multitasking rispetto agli uomini, riusciamo quasi sempre a conciliare tante attività diverse e questo ci rende molto competitive. Quando vedo mio marito che, rispondendo al cellulare, smette di camminare perché non riesce a portare avanti due attività nello stesso momento rido sempre».
Ma fuori da aneddoti e cliché c’è una realtà che permette alle donne d’impresa di fare davvero più cose contemporaneamente.
Ma se per gli uomini è più semplice lasciare il nido per rimettersi alla scrivania, per le neo mamme è complicato: «In questo periodo così negativo sotto tanti aspetti, stiamo però scoprendo una grande risorsa che si chiama smart working. Oggi, anche in Italia, non è più un tabù e ci permette di mantenere una certa continuità professionale».
Vittoria, che insieme al fratello è una delle menti giovani della famiglia, sta proiettando la tradizione di Brustia Alfameccanica verso il mondo dell’Industria 4.0 e dell’innovazione, con due parole d’ordine, ampliare e diversificare. Così, recentemente, è nata BAT, una start up che, esplorando mondi anche diversi dal calzaturiero, si occupa di controllo qualità e sistemi di tracciabilità, grazie allo sviluppo di tecnologie avanzate.
Non solo, questi sistemi permettono di digitalizzare una buona parte dei processi produttivi, «aiutando i nostri operatori, per fare un esempio, a riconoscere quando c’è un errore o un difetto di produzione». Non mancano, poi, le certificazioni green: «I nostri macchinari, che raccontano anni di storia, stanno diventando all’avanguardia anche per quanto riguarda la carbon footprint». E il futuro? «Vogliamo continuare ad innovare, diversificando il nostro business. E continuando ad essere imprenditrici che credono nel lavoro di squadra».
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