di Federica Venni
Quando l'intelligenza artificiale guida le sapienti mani di un sarto ecco che il prodotto confezionato è praticamente perfetto. Una camicia cucita addosso senza impazzire con le misure e realizzata senza quella disperata caccia all’artigiano che non sempre è a portata di desiderio o di necessità.
«Tre di noi si trovavano a Ginevra per uno stage post universitario in una multinazionale americana», racconta Andrea Mecaci, uno dei fondatori: «Trovandoci in un nuovo ambiente lavorativo piuttosto formale avevamo bisogno di rinfrescare l’armadio per l’ufficio. Ci scontrammo con la dura realtà, avere una camicia su misura in Svizzera è un’impresa perché i sarti ormai si trovano quasi solo in Italia e anche i capi industriali, persino quelli più dozzinali, costano molto».
Ma come fare per farsi confezionare una camicia su misura a distanza? Ed ecco qui l’idea: «I sarti italiani sono artigiani tradizionali, alcuni non utilizzano Internet e lavorano molto lontani dal mondo digitale; riflettendo su questo aspetto abbiamo deciso di creare noi la connessione con i loro potenziali clienti, dall’Italia ma soprattutto dall’estero».
Tresarti non è solo un’ecommerce di camicie su misura, ma è un vero e proprio laboratorio digitale. Andrea, Giampiero Giunta, Alessandro Cavinato, Francesco Iorio e Marco Biral si sono inventati, e presto lo brevetteranno, un sistema di misurazione digitale che accorcia le distanze e rende accessibile e veloce l'acquisto del capo.
Progettata l'idea, creare e sviluppare la tecnologia non è stato difficile perché, scherza Andrea, «avere un informatico esperto come Alessandro nel team è stata una gran fortuna che ci ha permesso di costruire tutto il sistema di misurazione digitale internamente». Così, con l’aiutino delle classiche prove e misurazioni fisiche a cui sono stati sottoposti gli amici per fare il confronto con il lavoro dell'intelligenza artificiale, si è man mano ridotto sempre di più il margine di errore: «Abbiamo lavorato con un metodo di trial and error che ci ha consentito di raggiungere la precisione che abbiamo oggi».
Il cliente prima di tutto sceglie la sua camicia. E lo fa tra trecento tessuti, tutti italiani e di alta qualità prodotti da Canclini 1925, molti dei quali sono bio o riciclati, e cento milioni di combinazioni diverse: la fantasia, il colletto, il polsino, la vestibilità.
A ordine inoltrato, a confezionare il capo ci pensa una storica camiceria del cremonese. Della App di Tresarti è stata sviluppata anche una versione business: si chiama Tailor Corner e consente ai negozi tradizionali di offrire un servizio di camicie su misura senza tutte le fatiche che questo comporta: rifornirsi di tessuti o contemplare lo spazio per un magazzino, ad esempio.
Agli scettici, che ancora non si capacitano di come il digitale possa convivere, senza mortificarla, con una delle più antiche e preziose tradizioni manuali come la sartoria, Andrea risponde così: «Tresarti nasce per aiutare il sarto e portarlo nella contemporaneità, connettendo il suo lavoro al cliente in maniera semplice e veloce».
Insomma diventa tutto più interessante ed efficiente: «Basta pensare all'influenza che sta avendo la gamification nel mondo della moda per capire dove stiamo andando, o alla blockchain che sarà fondamentale, nei prossimi anni, per tracciare i prodotti e i loro percorsi, dalla materia prima utilizzata al processo produttivo e per certificarne la sostenibilità». Sì perché un altro vantaggio del digitale, nel settore, è l'impatto ambientale: «Oggi, in un mondo ancora molto orientato al fast fashion, vengono prodotte infinità di collezioni e oltre il 90% dei resi finisce in discarica. Con uno spreco di risorse ed energia e un danno incredibile per il pianeta. Tresarti invece confeziona abbigliamento on demand, eliminando il problema della sovrapproduzione e azzerando quasi completamente quella brutta abitudine dei resi che ha preso piede con l’ecommerce: con una misurazione così precisa è davvero difficile che ci sia la necessità di restituire il prodotto acquistato. I nostri clienti sono soddisfatti e la sartoria Made in Italy digitalmente tradizionale ritrova il suo spazio nel mondo della moda».
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