Simbiosi, il pianeta dell’economia circolare

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Arrivare a Giussago, dove ha sede la Simbiosi - Environment Producer, azienda dal profilo decisamente sostenibile, è come scendere su di un altro pianeta. La natura è sovrana, l’acqua torna ad essere l’elemento vitale che è sempre (o quasi) stata. Questo piccolo grande paradiso nato su un’area di circa 1700 ettari all’interno del territorio “Neorurale” di Giussago e altri comuni a cavallo tra il Pavese e il milanese, oggi si estende su una area rigenerata per oltre 107 ettari di aree umide, 78 ettari di boschi, 65 ettari di rimboschimenti da legname, 50 ettari di prati, 110 km di siepi e filari campestri. E tutto ciò produce idee e risorse.

 

 

Ma oggi Simbiosi che azienda è?

“Simbiosi è una società che porta sul mercato tecnologie e soluzioni brevettate o proprietarie, guidate dall’intelligenza artificiale, dedicate a industrie, utilities, iniziative real estate e proprietari terrieri. La particolarità – spiega Vincenzo Della Monica marketing manager - è che ha competenze per presidiare l’efficienza delle risorse nei processi industriali o delle utilities per rendere più efficiente la produzione energetica, l’utilizzo dell’acqua, migliorare le risorse. Poi la circolarità: tecnologie e soluzioni per valorizzare gli scarti. Infine, la rigenerazione ambientale attraverso l’applicazione delle Nature Based Solutions: il nostro know how è trentennale ed è funzionale alle attività umane”.

Quali sono i servizi che offre alle imprese?

“Il nostro obiettivo è consentire ai nostri partner di accedere ai servizi brevettati o di proprietà per conseguire gli obiettivi che ciascuno si pone. Il primo è il risparmio di risorse energetiche, idriche, economiche. Che si traducono in un miglioramento del conto economico delle imprese e delle varie attività. Poi rispondiamo alla necessità delle imprese e utilities di accedere alla compliance e alla tassonomia Europea. Oggi, infatti, ci sono molti obblighi normativi ai quali le aziende devono rispondere. Un altro obiettivo è favorire il posizionamento del famoso green sul marchio dell’impresa, evitando il greenwashing. Poi c’è il bisogno della finanziabilità, grazie ad alcune soluzioni la tassonomia europea permette un miglior sostegno del progetto o dell’impresa”.

Avete un rapporto dinamico con le opportunità offerte dalla UE?

“Si, il nostro è un approccio aperto, la nostra particolarità, rispetto agli altri competitor, è di affrontare trasversalmente, anzi oserei dire circolarmente i problemi. L’impresa che si avvicina ai nostri servizi può farlo a 360 gradi parlando di efficienza e di circolarità e di NBS (Nature Based Solutions), noi procediamo congiuntamente, lo stiamo già facendo, senza dimenticare le soluzioni finanziarie che consentono vere partnership”. Piero Manzoni, Founder e AD di Simbiosi spiega che l’azienda inoltre collabora con una costellazione di start up, che si muovono nella stessa direzione: tutelare la sostenibilità.

 Ma cerchiamo di capire meglio come opera l’azienda, con una ricognizione su di un case history.

“Abbiamo iniziato a lavorare, ad esempio,  con la Fedegari Spa, azienda storica in provincia di Pavia, leader mondiale nella fornitura di soluzioni integrate altamente personalizzate per l'industria farmaceutica, biotecnologica e alimentare. L’azienda – spiega Manzoni - ci ha chiamato per avere una valutazione sul potenziale risparmio energetico, aspetto decisivo nel bilancio della società. Abbiamo fatto una ricognizione sulla Fedegari per capire con quale modello stessero operando e abbiamo ricostruito, in versione digitale, l’intero percorso scelto dai tecnici nel definire l’approvvigionamento delle materie prime. Abbiamo scoperto subito che per far funzionare le pompe di calore, gli impianti dell’azienda, per produrre il calore necessario a testare i recipienti, usa tanta acqua estratta dai pozzi che pescano nella falda e per farlo si impiegano pompe di profondità che lavorano anche ad un centinaio di metri sottoterra, estraendo 250mila metri cubi d’acqua l’anno. Tutto questo ha un costo rilevante in termini di energia e proprio qui si verificano le maggiori spese per l’azienda. Ci siamo chiesti subito: ma quest’acqua una volta utilizzata che fine fa? La risposta è scontata: viene scaricata in una roggia”. E qui entra in gioco il know-how dell’azienda. “Ma quell’acqua può essere riutilizzata? Certamente, così si risparmiano risorse ed energia. È così che abbiamo deciso con la Fedegari di realizzare, alla fine del ciclo di utilizzo dell’acqua, dei prati umidi. In pratica dei grandi spazi piantumati, in grado di generare biodiversità e moltiplicare l’assorbimento di CO2: un toccasana per l’agricoltura e con la presenza di un certo numero di pannelli fotovoltaici galleggianti una fonte importante di energia. Poi abbiamo pensato di utilizzare il depuratore di Albuzzano, a poca distanza dallo stabilimento, che raccoglie le acque reflue di alcune cittadine del circondario, producendo acqua pulita che va sprecata. E così l’abbiamo utilizzata nei nostri prati umidi, migliorandone le prestazioni”. Ma è solo l’inizio perché l’economia circolare non ha limiti, soprattutto per Simbiosi.