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La conversazione con Fabio Carlozzo, CEO di Redo SGR, aiuta a comprendere come affrontare uno dei grandi problemi di Milano: la casa. Una grande metropoli europea ha infatti il dovere, oltre che la necessità, di affrontare il tema dell’abitare in modo organico, senza nascondere le difficoltà che affiorano costantemente.
Redo SGR è la prima società italiana di gestione di fondi immobiliari impegnata nella creazione di spazi abitativi di qualità a prezzi accessibili e indi progetti di rigenerazione urbana a impatto sociale.Redo è anche il vincitore di tre concorsi internazionali C40 Reinventing Cities a Milano, con i progetti "L'innesto", "Green Between" e "Aria", per un totale di circa 22,5 ettari, che diventeranno i più grandi quartieri residenziali carbon neutral d'Europa.
“Redo SGR – nata com’è oggi nel 2019 - è una società di gestione del risparmio, – spiega Carlozzo. Puntiamo a coniugare redditività economica e un impatto sociale positivo, sia per i nostri soci che per gli investitori. Per questo siamo anche una società benefit, nata da un’idea di Fondazione Cariplo, per cercare di dare un contributo alla soluzione del problema abitativo, attraverso il social housing. Nel dimensionare le nostre attività ci siamo spostati sempre più verso un concetto di soluzione immobiliare a dimensione sociale, tenendo conto sia della necessità di ottenere ritorni economico finanziari per i nostri investitori che della volontà di avere un impatto ambientale e sociale positivo.
Redo è un punto di riferimento per gli investitori interessati alla rigenerazione urbana sostenibile. Abbiamo una missione che si concretizza attraverso progetti d’inclusione sociale, sostenibilità ambientale e soprattutto la creazione di una comunità fatta di persone che vivono e lavorano negli spazi che noi realizziamo. Redo promuove un approccio integrato e innovativo che utilizza gli strumenti finanziari - (i fondi immobiliari) - per generare un valore economico e sociale. Siamo una B Corp certificata, un’azienda che soddisfa alti standard sociali e ambientali, verificati e certificati con trasparenza e responsabilità. Il nostro obiettivo - in sintesi - è quello di coniugare gli aspetti economico finanziari con quelli d’impatto sociale ed ambientale”.
L’emergenza abitativa dell’area milanese ha segnato profondamente la vostra attività, come l’avete affrontata e con quali risultati?
“Il baricentro della nostra attività sono Milano e la Lombardia, sebbene si guardi anche ad altre opportunità. Finora sono stati realizzati oltre 3.000 appartamenti, di cui circa 700 venduti a valori convenzionati e 2.300 destinati all’affitto, con canoni compresi tra i 70 e gli 80 euro al metro quadrato. Ad esempio, un bilocale di 70 mq viene affittato a 450 euro al mese. I nostri canoni non superano il 25% del reddito delle famiglie che affittano gli appartamenti che abbiamo realizzato. Naturalmente l’incremento dei costi di realizzazione di questi ultimi anni inciderà sugli affitti degli alloggi che consegneremo in futuro (stiamo lavorando a 4mila nuovi alloggi con un investimento da 900 milioni), arriveremo a 130, 140 euro al mq. Comunque, una risposta importante rispetto agli alti prezzi deli mercato milanese. Complessivamente si tratta di una goccia nel mare rispetto alle reali necessità della classe media. Abbiamo realizzato anche, con la stessa formula, studentati universitari con 1500 posti letto e altri 900 in fase di realizzazione”.
La sostenibilità fa parte della natura stessa della vostra attività, come viene declinata da Redo?
“L’impatto più rilevante riguarda la gestione degli investimenti. Quando sono partiti i primi progetti immobiliari del Fondo Immobiliare di Lombardia, circa quindici anni fa, il nostro primo approccio è stato quello di creare un equilibrio tra sostenibilità economico- finanziaria, ambientale e sociale. Siamo nati con questa visione, quando ancora nessuno parlava di ESG, l’inclusione sociale e il risparmio energetico erano già valori fondanti. Lungo il nostro percorso abbiamo puntato a rigenerare spazi fisici, creare soluzioni abitative cercando lo sviluppo di comunità in grado di mantenere il valore economico delle strutture nel tempo, assumendo un ruolo chiave nella sostenibilità economico finanziaria. La cura della comunità diventa un valore importante.
Redo ha ricevuto il Premio Impresa Sostenibile 2024 nella categoria Sostenibilità Sociale, un riconoscimento che valorizza le realtà imprenditoriali capaci di integrare nei propri modelli di business un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Questo premio sottolinea l’impegno concreto di Redo nel promuovere uno sviluppo urbano sostenibile, accessibile e inclusivo, consolidando il suo ruolo di riferimento nel settore.
Per Redo, la sostenibilità non è solo un obiettivo di facciata, ma un principio guida che orienta ogni scelta strategica e operativa. Questo riconoscimento rappresenta un'ulteriore conferma della validità del modello adottato da Redo, che dimostra come sia possibile generare valore economico senza rinunciare alla responsabilità sociale. Guardando al futuro, l’azienda continuerà a investire in progetti che migliorano la qualità della vita nelle città, favorendo la nascita di comunità coese e sostenibili, in cui le persone possano vivere, lavorare e crescere in un ambiente equilibrato e accessibile a tutti".
La rigenerazione urbana incide profondamente nella trasformazione, qual è il vostro obiettivo?
“La lettura del territorio per noi è essenziale per integrare i diversi aspetti della sostenibilità. Dobbiamo essere in grado di dare risposta alla domanda abitativa e, alla rigenerazione urbana in modo che si integri con il tessuto esistente e con i servizi disponibili. Inoltre, grazie alla collaborazione con la Fondazione Housing Sociale e con gli Enti del Terzo Settore, i nostri progetti favoriscono la costruzione di comunità in grado di offrire servizi indispensabili a tutta la popolazione. Questa collaborazione rappresenta una delle alleanze strategiche che attiviamo lungo l’intera catena del valore, creando una rete in grado di valorizzare al massimo ogni contributo, anche in termini di sostenibilità.”, conclude così Fabio Carlozzo.
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