Ne ha fatta di strada CIFA. «L’azienda è nata nel 1928 come Compagnia Italiana Forme Acciaio e si è affermata nel secondo dopoguerra riutilizzando i veicoli lasciati sul campo dagli eserciti belligeranti per realizzare le prime betoniere destinate a trasportare il calcestruzzo. A modo suo ha partecipato alla ricostruzione del Paese», spiega Giosuè Cavallaro, Marketing & Communication Manager dell’azienda. Oggi entrerebbe a pieno titolo tra le attività dell’economia circolare.
«CIFA poi ha cambiato la propria identità diventando Curiosità, Ingegno, Flessibilità, Attenzione, in linea con l’evoluzione tecnologica che ha avuto. Quando è nata, per un lungo tempo si era dedicata alle forme d’acciaio per l’edilizia; oggi ci impegniamo nella costruzione di betoniere e pompe per il calcestruzzo e all'innovazione tecnologica per il settore, ma in realtà, nella storia di CIFA c’è sempre stata un’attenzione speciale alla sostenibilità. Ora che ci occupiamo della filiera del calcestruzzo in tutto il mondo, la sfida è diventata più impegnativa. Anche se CIFA ha sempre avuto un’attenzione particolare per la sostenibilità del contesto ambientale e socio-economico in cui agisce».
Come nasce CIFA dei giorni nostri? «Qualche anno fa abbiamo deciso di rivedere l’identità dell’azienda, per essere coerenti abbiamo portato i valori originali anche nei sistemi di trasporto e pompaggio del calcestruzzo, sia sul terreno economico che su quelli ambientali e sociali. Diciamo che il settore è ancora poco sensibile ai temi ambientali, tuttavia CIFA si è fatta promotrice di una nuova cultura della sostenibilità in cui anche il ruolo delle persone è centrale. Perché sono le persone che lavorano in tutta la filiera a fare la differenza, dai fornitori ai dipendenti, fino ai partner commerciali. Già dal 2012 – quando la sostenibilità non era ancora cool - abbiamo lavorato per realizzare delle betoniere a energia elettrica, una scelta che ora si è consolidata in una gamma completa di macchine elettriche. Da allora investiamo concretamente per sviluppare tecnologia pulita. Dal punto di vista ambientale abbiamo scelto di lavorare sulle fabbriche per ridurre i consumi e optare per le fonti rinnovabili, abbiamo varato una sorta di green policy anche per i nostri eventi e i materiali di comunicazione o i canali digitali, non solo per compensare le emissioni di CO2 ma anche per investire in progetti ad impatto sociale - ad esempio, contribuendo all'installazione di pannelli solari in Paesi senza energia elettrica oppure per l'ampliamento di centri di ricerca in Italia contro le leucemie dei bambini. Lavoriamo anche coi nostri dipendenti, che sono oltre 700 e per lo più nei due centri produttivi di Castiglione delle Stiviere e Senago - CIFA è uno dei pochi centri produttivi in Europa, nel settore – con obiettivi di inclusione a tutti i livelli. Anche perché il nostro personale arriva da tutto il mondo e ci sono molte opportunità di far convivere varietà culturali e di pensiero».
Inquadrate le azioni destinate alla sostenibilità, vediamo come va il mercato dei vostri prodotti? «Il mercato, dopo la parentesi difficile della pandemia, è cresciuto molto, nel 2024 la crescita è stata sostenuta, grazie anche ai finanziamenti europei. Il 2024 ha dato ottimi risultati mentre quest’anno il mercato è in contrazione, fatto fisiologico ma condizionato anche dalla frenata degli investimenti e dalla contrazione del mercato tedesco. I grossi investimenti statali sono in una fase critica, sia per le tensioni internazionali che per i timori dei dazi USA. CIFA ha maturato però una flessibilità che le consente di navigare in tutti i mari. L’ingegno e la capacità di cercare le soluzioni tecnologiche migliori anche per contesti applicativi particolarmente sfidanti, ci permettono di far fronte anche alle situazioni più complesse», conclude Cavallaro.
L’azienda si è data tre obiettivi di fondo. Il primo riguarda tutte le attività che vogliono migliorare gli impatti di CIFA nei confronti dell’ambiente. Nello specifico, l’intenzione è quella di diffondere in azienda un approccio circolare volto a chiudere il “cerchio produttivo” con il duplice intento di allungare il ciclo di vita dei prodotti e di recuperare scarti e rifiuti. Il secondo punta al miglioramento dell’impatto dell’azienda nei confronti di collaboratori e dipendenti. Si mira a mettere in atto una serie di azioni che possano garantire un elevato grado di benessere ai propri collaboratori. Il terzo riguarda le attività con l’obiettivo di migliorare l’impatto di CIFA nei confronti della società intera e del territorio. Nello specifico, l’azienda vuole agire sulla propria filiera, sia a monte che a valle, sul contesto del cantiere e sul territorio che la circonda. La sfida è aperta.
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